Cucina italiana candidata a Patrimonio Unesco, nel dossier anche le sfogline di Bologna

La nostra tavola potrebbe diventare (come bene immateriale) patrimonio dell’umanità nel 2025, centrale la partica della pasta sfoglia

La pratica della sfoglia viene giudicata 'centrale' nel dossier unesco

(DIRE) Bologna, 7 lug. - "Sfoglina" e "sfoglino". La produzione della pasta fresca a mano e con il mattarello diventa un mestiere con tanto di bollino regionale. È quanto ha proposto il consigliere regionale Antonio Mumolo (Partito democratico) con una risoluzione approvata dalla commissione Cultura in viale Aldo Moro presieduta da Francesca Marchetti, che prevede che le persone specializzate nella preparazione della pasta stesa a mano col mattarello diventino figure professionali qualificate, accedendo a una specifica attività formativa. "Fra le qualifiche regionali manca la figura professionale specifica di sfoglina e di sfoglino e vogliamo che abbiano un adeguato riconoscimento", spiega Mumolo. "Esistono corsi per imparare a preparare la sfoglia che, seppur ben strutturati e meritevoli di apprezzamento, non danno garanzie ai fini della certificazione delle competenze per essere assunti in attività di ristorazione, nei negozi artigianali di sfoglia e per svolgere attività imprenditoriale in proprio", osserva il consigliere dem. "L'eventuale riconoscimento delle competenze specifiche di sfoglina e di sfoglino servirebbe, inoltre, alla tutela e valorizzazione di una lavorazione artigianale oltre che di una tradizione artigiana con valenza culturale e storica accumulata nei secoli sul territorio regionale. I processi industriali, nel tempo, hanno fatto venire meno certe competenze e vorremmo che ci si potesse riappropriare di questa abilità", aggiunge Mumolo, che raccoglie anche il plauso della Lega: "Valutiamo la proposta positiva e di buonsenso, poiché offre la possibilità di conseguire una qualifica che incarna gli antichi mestieri e valorizza le tradizioni gastronomiche della nostra regione, apprezzate in tutto il mondo", riconosce Valentina Stragliati (Lega). Dai consiglieri regionali, inoltre, sono arrivate altre proposte per l'introduzione di altre qualifiche professionali oltre a quelle di 'sfoglina': oltre a quella di 'giardiniere d'arte per giardini e parchi storici', ne sono state proposte sei in ambito informatico. "Rispondono all'esigenza di aprire nuove opportunità e sostituire figure che rischiano l'obsolescenza. Per quando riguarda il profilo di 'giardiniere d'arte', il percorso va in affiancamento alla rigenerazione dei siti culturali, religiosi e rurali al fine di valorizzare l'identità dei luoghi storici. L'obiettivo è creare una nuova e buona occupazione e avere persone adeguatamente formate", puntualizza Francesca Bergamini del settore Formazione e lavoro dell'Emilia-Romagna. "L'approvazione di queste proposte risponde all'esigenza di mettere in campo nuove figure professionali", osserva la consigliera regionale del Pd, Francesca Maletti. (Vor/ Dire) 16:54 07-07-2

Bologna, 23 marzo 2023 – La senatrice Lucia Borgonzoni, parlando con il Carlino aveva definito la pratica della sfoglia “centrale nella candidatura della cucina italiana” come patrimonio Unesco.

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E oggi quell’affermazione diventa ancora più importante, dal momento che  per la nostra tavola è arrivata la candidatura ufficiale da parte del governo italiano quale patrimonio dell'umanità per il 2023.

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Il governo ha deciso, su proposta dei ministri dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano, di candidare, per l'anno in corso, la pratica della cucina italiana nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali  immateriali dell'umanità dell'Unesco.

La decisione è attesa nel 2025.

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Il ministro Lollobrigida: “Una cucina senza rivali”

Esulta Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste: “Credo che quella italiana non abbia rivali e sia stato forse un problema che finora non si sia avuta la forza e la capacità di promuoverne la complessità. Complessità fatta di un sistema di valori che proprio nella nostra nazione nel tempo si sono andati consolidando. Ma per quanto riguarda la cucina italiana - spiega - bisogna anche guardarla nella sua prospettiva poliedrica: dal produttore all'allevatore fino ad arrivare al trasformatore, colui che ci fornisce gli elementi che finiscono in cucina, e i nostri cuochi trasformano in un bene prezioso che deve essere raccontato in sala dal personale che deve essere formato in una delle nostre ottime scuole alberghiere. Deve essere raccontato ai cittadini italiani e agli acquirenti di benessere di tutto il mondo, che lo possono fare attraverso un valore che è la cucina italiana nella sua interezza”. 

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