GIOVANNI DI CAPRIO
GIOVANNI DI CAPRIO
Economia

Dazi Usa, l’allarme delle imprese. Ecco i settori ‘made in Bo’ più esposti

Nel caso di nuove tariffe doganali, i maggiormente colpiti sarebbero mezzi di trasporto e meccanica

La classifica dell'export dalle due Torri: gli Usa al primo posto nel mercato di riferimento per le vendite bolognesi all'estero, seguiti da Germania, Francia e Giappone; all'ultimo posto, la Russia

La classifica dell'export dalle due Torri: gli Usa al primo posto nel mercato di riferimento per le vendite bolognesi all'estero, seguiti da Germania, Francia e Giappone; all'ultimo posto, la Russia

Quando si parla di export a Bologna, gli Usa sono più di un semplice paese ‘amico’. Sono un mercato fondamentale per la nostra economia. Per questo ogni minaccia di dazi ai prodotti dell’Unione Europea paventata dal presidente americano Donald Trump – che ha annunciato che "presto" saranno reintrodotte le tariffe doganali per alcuni beni in arrivo dal Vecchio Continente – fa correre più di un brivido lungo la schiena del nostro tessuto produttivo e imprenditoriale.

Nell’ultimo biennio, infatti, gli Stati Uniti sono stati la prima destinazione per le vendite delle imprese bolognesi all’estero: oltre 2,5 miliardi di euro verso gli Usa, +3,8% rispetto alla misurazione precedente del 2022 e +40,3% negli ultimi cinque anni. Si tratta del 13% di quanto complessivamente venduto all’estero dalle imprese del territorio. Al secondo posto l’export in Germania con 2,1 miliardi di euro, chiude il podio il commercio nel mercato francese con circa 1,5 miliardi di euro.

Il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato che le aziende che importano prodotti negli Usa da Canada e Messico pagheranno un dazio del 25%; gli importatori dalla Cina un ulteriore 10% in aggiunta alle tasse esistenti
Il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato che le aziende che importano prodotti negli Usa da Canada e Messico pagheranno un dazio del 25%; gli importatori dalla Cina un ulteriore 10% in aggiunta alle tasse esistenti

Inoltre, le Due Torri sono sempre più centrali all’interno dell’export regionale: quasi il 25% (circa 10,5 miliardi di euro, +60% rispetto al 2019) delle esportazioni emiliano-romagnole in America è merito di Bologna, che rappresenta anche il 4% dell’export nazionale verso gli Stati Uniti (l’Italia è a 67,3 miliardi di euro, +48% rispetto al 2019). Ed è soprattutto l’interscambio commerciale Bologna-Usa ad essere cresciuto notevolmente negli ultimi anni: 1,84 miliardi di euro nel 2019, 1,64 miliardi di euro e 1,88 miliardi di euro del biennio 2020-2021, due anni contrassegnati dalla pandemia Covid. Poi la ripartenza e l’impennata del 2022 (2,49 miliardi di euro) e del 2023 (2,58 miliardi di euro). Ma è tutta l’Emilia-Romagna ad avere ormai un rapporto privilegiato Oltreoceano: la nostra regione ha infatti Il marchio nel 2022 e nel 2023 10,46 miliardi di euro di beni e prodotti. Per quanto riguarda l’import, il dato del 2023 è più alto di quello del 2022 di quasi 400 milioni di euro (1,085 miliardi di euro nel 2022 e 1,452 miliardi nel 2023).

Due anni fa l’Italia è risultata il primo paese Ue per esportazioni negli Stati Uniti nei settori di produzione delle piccole-medie imprese. Così, anche il dato italiano è cresciuto di oltre due miliardi di euro nell’export: da 65 miliardi di euro nel 2022 a oltre 67,27 miliardi nel 2023. Le decisioni che verranno prese per il riequilibrio della bilancia commerciale americana potrebbero avere delle ripercussioni negative sulle economie europee che esportano di più verso gli Usa, tra cui anche quella bolognese ed emiliano-romagnola.

A essere più esposti al probabile ritorno delle tariffe doganali, per quanto riguarda l’economia locale, sono i settori dei mezzi di trasporto (39,2%) e dai macchinari (36,2%), che insieme costituiscono circa il 75% dell’export bolognese verso gli Usa. Al terzo posto spiccano computer ed elettronica (5,4%) e l’abbigliamento (4,8%); più in basso, invece, si trovano i prodotti alimentari (1,7%) e l’agricoltura (0,1%), che però potrebbero essere tra i settori più colpiti.

Se sarà più difficile esportare negli Usa, l’economia bolognese dovrà provare ad allargare quote di mercato negli altri Paesi in cui è già presente.

Nella classifca dell’export made in Bo, dopo le prime tre piazze occupate da Stati Uniti, Germania e Francia, si posizionano Giappone (1,13 miliardi di euro), Regno Unito (1 miliardo di euro), Polonia e Spagna (entrambe a circa 826 milioni di euro), Cina (620 milioni), Turchia (484 milioni) e, al decimo posto, al Russia (300 milioni, nonostante l’incertezza geopolitica causata dal conflitto Russia-Ucraina.