Dehors piazza Santo Stefano a Bologna, il Comune li azzera e i locali ricorrono al Tar

Oggi il provvedimento in Giunta. Ascom e Confesercenti: "Dall’amministrazione nessuna volontà di dialogo. Appoggiamo i gestori" L’assessora Guidone: "Abbiamo il dovere di tutelare l’interesse pubblico e la qualità del patrimonio artistico e culturale della città"

Tavolini e sedie sull’acciottolato della piazza spariranno del primo gennaio

Tavolini e sedie sull’acciottolato della piazza spariranno del primo gennaio

Bologna, 26 luglio 2022 - Il Comune conferma la linea dure sul taglio dei dehors dei locali in piazza Santo Stefano. E i gestori, sostenuti dalle associazioni di categoria, si preparano alla protesta e a un probabile ricorso al Tar. La concessione di alcuni tavolini e sedie sotto il portico, prospicienti le vetrine dei locali soltanto sul lato sud (quello di via Farini), con esclusione dell’acciottolato, viene considerata "una timida, insufficiente apertura".

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Nella sostanza, afferma Loreno Rossi, direttore di Confesercenti, nell’incontro avuto ieri con i gestori il Comune "ha rifiutato il dialogo, confermando l’assetto del provvedimento" che prevede l’azzeramento dei dehors nella piazza delle Sette Chiese a fare data dall’1 gennaio 2023.

Anche Ascom critica la scelta di Palazzo d’Accursio. "Non riusciamo davvero a capire la ragione di un simile comportamento", afferma il direttore Giancarlo Tonelli. Da tempo "si era trovato un giusto equilibrio, con un Piano d’area approvato con Comune e Soprintendenza".

Ascom e Confesercenti non si danno per vinti. Chiedono al Comune "di ripensarci e rivedere una decisione troppo radicale, che danneggia gli operatori mettendo a rischio decine di posti di lavoro". Oltre che "lasciare la piazza sguarnita, con conseguenti problemi di sicurezza".

Luisa Guidone, assessora comunale al commercio, riporta il caso di piazza Santo Stefano "all’interno di un ragionamento complessivo sulla qualità degli spazi urbani in città". Obiettivo dell’amministrazione "è la tutela dell’interesse pubblico, ponderando gli interessi economici, la tutela del patrimonio artistico e culturale della città e l’accessibilità dei luoghi".

La presenza di decine di tavolini, secondo la Guidone, "ha snaturato la vocazione di quella che è forse la più bella piazza della città". E la riqualificazione di uno spazio "non può essere legata soltanto al consumo. Come amministrazione abbiamo il dovere di fare prevalere l’interesse pubblico".

Secondo Confesercenti, "c’è la possibilità di trovare un compromesso che salvaguardi sia il ‘cono visivo’ della piazza sia l’accessibilità, ma non sembra che il Comune sia intenzionato a trattare". Molto probabile, a questo punto, che se oggi il provvedimento sarà approvato dalla Giunte Lepore, i gestori dei locali decidano di adire le vie legali con un ricorso al Tar.

"Per noi – commenta Rossi – quando si arriva a una battaglia legale è una sconfitta. Siamo ancora fiduciosi, ma se il Comune tirerà dritto allora andremo fino in fondo. Ci sono cinquanta dipendenti che possono perdere il lavoro".

Dal fronte dei residenti, Maria Letizia Massani, presidente di Assosantostefano, ritiene necessaria la riduzione "di quella che è diventata una marea dissenn ata di tavolini". I residenti, però, "sono interessati a conoscere quali sono le proposte della giunta su questa piazza, e chi la presidierà durante le ore notturne".

«Abbiamo segnalato all’assessora il rischio del ritorno di spaccio e degrado – afferma Tonelli –. La piazza rischia di peggiorare, ecco perché abbiamo richiamato il buon compromesso della disciplina dei dehors pre-Covid".

Lo stesso timore veniva espresso giorni fa, sul Carlino , da Francesco Cantamessa, che conosce bene la zona, da diversi anni. Eliminare i dehors "sarebbe una mazzata non indifferente per gli esercenti, ma anche per il turismo: in quanti si fermano a fare aperitivo davanti a questa cartolina?. Mi ricordo com’era la piazza vent’anni fa: un luogo piuttosto malfamato. I dehors sono stati una spinta per ritrovare il decoro che oggi può vantare".

 

 

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