Esenzione Imu prima casa, a Bologna cambia tutto: il Comune risarcirà mezzo milione

La Corte Costituzionale azzera l’imposta per i coniugi che vivono in case diverse Fd’I e Lega: "Avevamo invitato a congelare le cartelle, siamo stati ignorati"

Alberto Zanni (Confabitare) ed Elisabetta Brunelli (Ape Bologna Confedilizia)

Alberto Zanni (Confabitare) ed Elisabetta Brunelli (Ape Bologna Confedilizia)

Bologna, 16 ottobre 2022 - Non devono pagare l’Imu i coniugi che, per ragioni lavorative o personali, risiedono in due abitazioni diverse. La doppia esenzione è stabilita dalla Corte Costituzionale con una sentenza rivoluzionaria. Che equipara coppie sposate e unioni civili alle coppie di fatto. Uniche, queste ultime, a beneficiare di un’Imu a zero per entrambe le case. Con una penalizzazione del "nucleo familiare", prevista dalla Cassazione, ritenuta incostituzionale dalla Consulta.

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La sentenza apre la strada alle istanze di rimborso Imu da parte dei contribuenti in cui il Comune, come a Bologna, non abbia sospeso l’invio delle cartelle – anche per gli arretrati – in attesa della sentenza. Palazzo d’Accursio aveva messo sotto la lente le dichiarazioni dei redditi dei 2.275 cittadini. Alla fine, sui 474 accertamenti validi, ne sono stati pagati 218. Il Comune al momento stima "un impatto della decisione della Corte Costituzionale sul bilancio di circa mezzo milione di euro".

Da Palazzo d’Accursio fanno sapere che "ci si atterrà alla decisione" della Consulta, così come "ci si è precedentemente attenuti all’orientamento della Cassazione per l’interpretazione della norma. In questo contesto il Comune non esercita valutazioni ma applica la legge".

Di tutt’altro avviso le opposizioni. Che avevano invano invitato l’amministrazione a congelare l’invio delle cartelle Imu in attesa dalla sentenza. Che "ha sconfessato, come prevedibile, un atteggiamento oppressivo del Comune verso i cittadini sul tema Imu", commenta Francesco Sassone, capogruppo Fd’I in consiglio comunale. "Avevamo più volte avvisato l’amministrazione che quella non era la direzione giusta – afferma Matteo Di Benedetto, consigliere leghista –. Ogni nostra iniziativa è sempre stata respinta con sufficienza. Ora la Corte dà ragione a noi e a tutte quelle famiglie ingiustamente colpite dal Comune".

«Abbiamo sempre ricevuto dei ‘no’ in risposta ai nostri inviti ad adottare il principio di cautela – aggiunge Sassone –. E tutto ciò si è tramutato in un danno per migliaia di cittadini". Fd’I è " pronta a fare un esposto alla Corte dei Conti. E chiede " chiarezza dal Comune su tempi e modi con i quali intende rimborsa chi ha pagato senza che dovesse farlo". Di Benedetto denuncia " l’impostazione ideologica della sinistra, contraria all’istituto della famiglia, così pervasiva che va anche a inficiare l’attività amministrativa ".

Canta vittoria Alberto Zanni, presidente di Confabitare, che aveva chiesto al Comune di sospendere le "irragionevoli" richieste di pagamento: "La Consulta ci dà ragione su tutta la linea. Il Fisco non può essere nemico della famiglia. Se penso a quanti soldi pubblici costerà l’errore del Comune.... Saremo a fianco delle famiglie". Per Giovanni Govi, vice di Elisabetta Brunelli, presidente di Ape Bologna Confedilizia, "giustizia è stata fatta. Si è sanato un pregiudizio che penalizzava la famiglia". Il Comune? "Una maggiore cautela non avrebbe guastato".

l. o.

 

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