Gruppo Maccaferri, via alla richiesta dei concordati

Le domande ieri in tribunale. Ecco quali sono le 4 aziende, coinvolti e oltre 200 dipendenti

La facciata della sede di Maccaferri a Zola

La facciata della sede di Maccaferri a Zola

Bologna, 1 giugno 2019 - Le richieste di concordato per quattro società del Gruppo industriale Maccaferri sono arrivate ieri, in tarda mattinata, alla cancelleria del Tribunale di via Farini. Le aziende che hanno fatto domanda sono Seci holding, in pratica il centro servizi del gruppo, Seci Energia, che è la sub-holding del comparto energetico, ed Enerray ed Exergy, due società dello stesso settore.

In questa prima fase, quindi, resta escluso il settore del real estate e delle costruzioni, di cui fa parte Sapaba che occupa circa 70 persone a Sasso Marconi. Fuori dal concordato anche il comparto alimentare e agroindustriale, nonostante la crisi dello zucchero italiano abbia messo in difficoltà la storica Sadam. Delle quattro società coinvolte, solo una ha sede fuori dalla provincia di Bologna: si tratta di Exergy, che fa base nella provincia di Varese. Queste aziende occupano complessivamente oltre 200 dipendenti, non tutti a Bologna.

La holding Seci, da sola, ne impiega un centinaio. L’impatto sul fatturato di gruppo, che in totale valeva nel 2017 1,04 miliardi di euro, si aggirerebbe sul 7/8%. Il percorso di ristrutturazione, insomma, parte soprattutto dal comparto energia, che negli ultimi anni è andato in sofferenza a causa di alcuni investimenti che non hanno dato i risultati sperati: tra i mercati più in difficoltà il Brasile per il fotovoltaico, la Serbia per il versante idroelettrico e la Turchia, dove il gruppo è fortemente esposto sul geotermico. Ed è qui che si concentra una buona fetta della parte deteriorata del debito, che complessivamente varrebbe circa 750 milioni, del gruppo guidato dall’architetto Gaetano Maccaferri, ex vicepresidente di Confindustria.

Questo, comunque, è solo il primo passo del piano di ristrutturazione. Sono ancora in corso i contatti con i maggiori istituti di credito italiani, che detengono gran parte del debito del gruppo. E la due diligence, a cui stanno lavorando tra gli altri Rotschild Italia e BonelliErede, continua.

Sul medio periodo, l’orizzonte è quello di alleggerire l’impegno sui settori in difficoltà, attraverso liquidazioni e cessioni. Una via, la seconda, che permetterebbe di monetizzare vendendo società che, nonostante le difficoltà, possono avere ancora un buon mercato. In ogni caso, il restringimento di perimetro non dovrebbe mettere in discussione i tre cavalli di battaglia del gruppo: Samp, Officine Maccaferri e Sigaro Toscano.

Martedì le domande di concordato dovrebbero approdare nell’udienza in camera di consiglio davanti alla quarta sezione civile, presieduta dal giudice Fabio Florini. Poi arriverà la nomina del commissario. Da lì partirà la finestra di tempo (da 60 a 120 giorni, prorogabili fino a 180) entro cui andrà presentato il piano di rientro.

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