Industria italiana autobus (ex Bredamenarini): stop alla produzione a Bologna. Il ministero: procedura sospesa

La decisione dell’azienda arrivata via Pec ai 77 dipendenti. I sindacati: sciopero immediato. Poi la nota del Mimit: “Tavolo convocato per il 2 settembre”

I lavoratori dell'Industria italiana autobus: la proprietà ha comunicato lo stop della produzione a Bologna

I lavoratori dell'Industria italiana autobus: la proprietà ha comunicato lo stop della produzione a Bologna

Bologna, 2 agosto 2024 – La comunicazione ai sindacati della chiusura della produzione di Industria italiana autobus (l’ex Bredamenarinibus) a Bologna è arrivata via Pec oggi intorno alle 13 in questo torrido venerdì di agosto, mentre la città piange (tra le polemiche) per la commemorazione della strage alla stazione di Bologna.

Ai 77 lavoratori la comunicazione choc: "Trasferimento collettivo a Flumeri, in provincia di Avellino, a fare data dal 16 settembre". Una decisione che arriva come un macigno, e che una viene stoppata a tempo di record dal ministero delle Imprese e del Made in Italy che comunica: “A seguito del colloquio intercorso fra i titolari dell'azienda Industria Italiana Autobus e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la procedura per il trasferimento dei dipendenti della produzione della sede di Bologna a Flumeri è stata sospesa. Il 2 settembre si terrà un incontro tra azienda e organizzazioni sindacati presso il Mimit sul piano industriale dell'impresa e i risvolti occupazionali”.

Intanto, le organizzazioni bolognesi hanno dichiarato sciopero immediato, i lavoratori sono in assemblea. "Il 24 luglio abbiamo fatto una richiesta di incontro urgente per farci spiegare il piano industriale. Al Mimit di fronte alla Regione ed alla Città Metropolitana avevano parlato di un rilancio dello produzione a Bologna e oggi ci comunicano l'intenzione di licenziare tutti gli impiegati nella produzione a Bologna. Chiediamo il ritiro della procedura e la convocazione di un incontro al Ministero", dichiara Mario Garagnani (Fiom).

I sindacati ricordano anche gli impegni presi all'atto della cessione delle quote di Leonardo e Invitalia a Seri Industries (la cui offerta è stata preferita a quella arrivata dalla cordata 'bolognese' guidata dall'industriale Valerio Gruppioni), ovvero il mantenimento della produzione anche a Bologna con un focus su ricerca e sviluppo

Immediata la reazione dei sindacati, che hanno già proclamato lo stato di agitazione, mentre nello stabilimento di via San Donato è scattato il primo sciopero.

“Neanche due mesi fa, il 13 giugno, presso il tavolo convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza della Regione e della Città metropolitana di Bologna, l'amministratore delegato di Seri Industrial Vittorio Civitillo aveva presentato le linee generali del piano industriale legato all’offerta di acquisto dell’ex Bredamenarini, che sarebbe avvenuta da lì a pochi giorni- spiegano l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e al Lavoro, Vincenzo Colla, e il sindaco metropolitano di Bologna, Matteo Lepore -. E in quella sede Civitillo aveva annunciato che Bologna sarebbe stato il luogo di produzione del nuovo planare integrato con la batteria, già in fase di prototipo, che avrebbe rappresentato la base su cui costruire i mezzi a Flumeri, e avrebbe rilanciato l’attività produttiva del sito bolognese, da affiancare alle attività di ricerca e sviluppo, ingegneria e amministrazione. A conferma di questa intenzione, Seri aveva annunciato anche l’intenzione di acquisire il sito bolognese da Leonardo”.

“Ma questo annuncio - concludono - dimostra l’inaffidabilità di Seri Industrial, che ha provato a sconfessare in modo autonomo quanto annunciato, delegittimando così il tavolo del Ministero come luogo di composizione istituzionale della vicenda. Mentre siamo soddisfatti del ritiro di una decisione sconsiderata, chiediamo che subito dopo la pausa estiva sia convocato il tavolo istituzionale, perché si chiarisca cosa sta avvenendo. Oggi più che mai siamo dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici di IIA: non smetteremo di vigilare sul loro futuro occupazionale e sulle sorti di un sito la cui storia gloriosa non merita una gestione così dissennata”.