Se assumo un bravo lavoratore non lo licenzierò

Lettere al Direttore

Bologna, 19 marzo 2015 - Job act. Secondo la Fondazione consulenti del Lavoro, che non è la Fiom, oltre l’80% delle nuove assunzioni sono stabilizzazioni di precedenti rapporti precari, dovuti all’incentivo contributivo. C’era bisogno di rivoluzionare lo Statuto dei lavoratori? Sì, perché un conto è trasformare un precario in un precario a scadenza, altra cosa è stabilizzarlo con tutti i suoi diritti e garanzie.  Marco Lombardi

Risponde il vice direttore de il Resto del Carlino 

Ma se assumo un giovane e scopro che è un bravo lavoratore perché mai, dopo averlo formato, dovrei licenziarlo? Il fatto è che siamo abituati a considerare tutti uguali e non lo siamo; tutti devono avere lo stesso stipendio e anche gli incentivi, quando ci sono, sono uguali per tutti. Che senso ha? È un egualitarismo che ha prodotto solo guasti e ha protetto chi era già garantito lasciando fuori i giovani. Il sindacato ha sempre difeso le rendite, ha sempre e solo parlato di occupazione e disoccupazione, mai di occupabilità. Nel frattempo le imprese che prima competevano su scala nazionale ora si fronteggiano con la manodopera romena o cinese. E quindi, come pensava già Marco Biagi e come dimostra il caso tedesco, serve maggiore mobilità, accompagnata però da maggiore formazione e protezione.

massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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