Bologna, 11 agosto 2023 – Caso ‘La Perla’, il ministero delle Imprese e del Made in Italy convoca un tavolo per il 5 settembre. Il Mimit “segue con attenzione l'evolversi della situazione che sta interessando il gruppo", dice la nota. Gruppo che – come denunciato dalla Regione – ha attualmente lasciato 350 lavoratori senza stipendio.
“In seguito alle interlocuzioni dei giorni scorsi – dettaglia la nota del Ministero -, è convocato per martedì 5 settembre 2023 alle ore 15:00, in modalità mista, un tavolo sulla crisi del gruppo”. All'incontro sono stati invitati i rappresentanti dell'azienda, delle parti sociali e i sindacati.
Cosa è successo
Il fondo olandese Tennor, con sede a Londra e proprietario del marchio dal 2018, controllato dal finanziere tedesco Lars Windhorst, non ha rispettato gli accordi presi nei mesi scorsi con Regione e sindacati. "Consideriamo questo atto – aveva detto ieri Stefania Pisani di Filctem Bologna – di una gravità inaudita. Si tratta dell’ennesimo atto di disprezzo nei confronti delle maestranze del gruppo, motivo per cui chiediamo la convocazione urgente di un tavolo con il Ministero". Tavolo che da oggi ha finalmente una data.
Primi problemi dopo il Covid
I problemi, come riportano i sindacati, iniziano dopo il Covid. Quando tutti gli indici del settore del lusso subivano un’impennata superando addirittura i livelli pre-pandemia, il gruppo ‘La Perla’ rimane fermo, anzi recede. "Da quel momento – continua Pisani – sono stati sviluppati tutta una serie di progetti che, però, non si sono mai concretizzati. Un anno fa ci viene chiesto per un periodo semestrale di attivare il contratto di solidarietà, perché si stavano cercando nuovi partner che portassero una maggiore liquidità all’azienda. Un progetto che, dopo un anno, non si è mai realizzato. Abbiamo ovviamente chiesto delle specifiche che però non sono mai arrivate".
A maggio il primo tavolo con la Regione al quale partecipa anche il finanziere tedesco proprietario del fondo. "In quell’occasione – sottolinea la sindacalista – Windhorst promise che di lì a un mese sarebbero arrivati circa 70 milioni di euro, in buona parte finalizzati a riattivare il sito bolognese. La prima tranche sarebbe dovuta arrivare alla metà di maggio, l’ultima entro la prima settimana di giugno. Scadute entrambe, chiediamo un altro tavolo regionale al quale, però, Windhorst non si è mai presentato. Ora le maestranze del gruppo sono da un mese senza stipendio".
Una situazione che rischia di complicarsi ancora di più se non vengono trovate soluzioni strategiche in tempi brevi. "Questa decisione presa dall’azienda – spiegano il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla – è una palese violazione degli impegni assunti dalla proprietà con le istituzioni, Regione in primo luogo, e con i sindacati".
Ma ora , la tempesta che si sta abbattendo sullo storico gruppo di lingerie bolognese, rischia di lasciare dietro di sé un enorme vuoto di esperienza e passione. Quella delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno fatto la storia del marchio e che oggi, ormai prossimi alla pensione, non sanno più a chi tramandare. "I ragazzi e le ragazze più giovani – spiega Pisani – iniziano a cercare altrove se la situazione non migliora, ed è comprensibile. O si trovano delle soluzioni o si rischia di perdere l’anima di questo gruppo".
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Matteo Lepore, il quale sottolinea come quanto successo sia l’ennesima conferma dell’inaffidabilità della proprietà di ‘La Perla’. "A oggi – le parole del primo cittadino – mancano un piano industriale e una strategia imprenditoriale, ma soprattutto la consapevolezza del danno irreversibile che una gestione aziendale dissennata rischia di produrre a un marchio che finora ha mostrato di mantenere la credibilità costruita nel tempo. La Città metropolitana, insieme alla Regione, ha scritto poche settimane fa al titolare del Ministero delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sollecitando l’attivazione di un tavolo presso il Mimitl. Sono in ballo 350 posti di lavoro e un’esperienza imprenditoriale di prestigio. Nessuno pensi di potere giocare con le vite di queste lavoratrici e con la serietà del sistema di relazioni istituzionali e industriali del nostro territorio".
Duro anche il deputato dem, Andrea De Maria che parla di "scelta inaccettabile della proprietà" e auspica la convocazione in tempi brevi di un tavolo con il Ministero. "È fondamentale – conclude – che tutte le istituzioni agiscono in sinergia per difendere posti di lavoro e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori". A oggi, una delle poche e amare certezze è che il futuro dello storico marchio bolognese e delle sue maestranze è più che mai incerto.