Lamborghini, rispunta l’ipotesi Borsa

La teoria di Bloomberg. La casa automobilistica vale 10 miliardi. Nessuna conferma da Sant’Agata e da Wolfsburg

Una linea di produzione della Lamborghini a San'Agata Bolognese

Una linea di produzione della Lamborghini a San'Agata Bolognese

Bologna, 1 settembre 2019 - Un valore vicino ai 10 miliardi di euro e l’ipotesi della Borsa all’orizzonte. È il ritratto della Lamborghini tratteggiato da Bloomberg, secondo cui la Casa del Toro, di proprietà del gruppo Volkswagen (attraverso Audi, come Ducati), potrebbe essere oggetto di una futura Ipo, dopo quella parziale del produttore di veicoli commerciali Traton a giugno. «La struttura bizantina del Gruppo Volkswagen – spiegano gli analisti di Bloomberg – che possiede 12 marchi automobilistici, ha dimostrato di essere soggetta a tensioni negli ultimi tempi». E qualche voce, in effetti, circola anche in azienda, benché non ci sia nulla di ufficiale: Volkswagen ci starebbe pensando.

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Negli ultimi anni, lo storico marchio di Sant’Agata Bolognese ha visto il suo valore crescere sensibilmente, grazie soprattutto alla nuova gamma di modelli che vede come protagonista Urus: proprio il Suv lanciato a metà 2018 sta aiutando a «raggiungere Ferrari» nelle vendite, salite l’anno scorso del 51% a 5.750 unità, grazie anche ai 1.799 Suv. Un anticipo dell’impennata di quest’anno, con le vendite del primo semestre cresciute del 96%, con un totale di auto vendute – 4.554 – superiore a quello dell’intero 2017. A Urus si aggiungono la nuova Aventador e, nel 2020, una ibrida, che potrebbero portare i margini fino a «oltre il 30% dei ricavi», spiegano gli analisti secondo cui prima Lamborghini valeva 8,17 miliardi. Nel 2018 la casa automobilistica di Sant’Agata Bolognese, che occupa circa 1.800 persone, ha fatturato 1,415 miliardi (+40%).

Il gruppo, interpellato da Bloomberg sulla possibile quotazione, ha replicato che al momento «non ci sono decisioni su eventuali cambiamenti di struttura per Audi». Anche se qualcosa potrebbe cambiare nella strategia del colosso tedesco, dopo la recente scomparsa di Ferdinand Piech, fautore della crescita attraverso acquisizioni. «L’Ipo parziale di Traton – indicano gli analisti – pone le basi per una riorganizzazione del Gruppo, che dovrebbe includere l’Ipo di Lamborghini».

La quotazione di Traton, insomma, non è che il «primo risultato tangibile» di una revisione durata 3 anni. Il gruppo ha tra gli azionisti gli eredi di Ferdinando Porsche, il Lander della Bassa Sassonia e il Fondo sovrano del Qatar. La quotazione è stato un successo per Ferrari, che oggi vale oltre il doppio dei 60 euro del debutto a Wall Street nell’ottobre 2015. Al contrario, Aston Martin ha perso il 70% dalla quotazione di ottobre 2018 a oggi.

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