Bologna, 21 agosto 2019 - Se tanti cercano lavoro, altrettanti cercano lavoratori. Non sempre domanda e offerta combaciano, e spesso le professionalità richieste dal mercato non sono quelle presenti sulla piazza. I giovani si trovano senza lavoro, quando nelle aziende del territorio bolognese ci sono mansioni che aspettano da mesi di essere ricoperte. Secondo quanto riportato dal Sistema Informativo Excelsior, rilevato dalla rete delle Camere di commercio, da luglio a settembre 2019 sono previste un totale di 23.680 assunzioni, 7.680 solo a luglio nella provincia di Bologna e nel 32% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato.
Dati che mostrano la volontà delle aziende a investire in personale qualificato. Una buona notizia per le 10.500 persone disoccupate che, secondo i dati Istat, nel 2018 erano presenti a Bologna. Tuttavia, non sempre questi numeri riescono a incontrarsi. Tra le professioni più difficili da reperire ci sono: specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, considerati di difficile reperimento per il 68,7%. O ancora operai nelle attività metalmeccaniche, elettrotecniche e progettisti, ingegneri o assimilabili. Di questi le imprese pensano di far fatica a trovare il 63,3% del totale degli addetti di cui hanno bisogno. «Stiamo vivendo un salto tecnologico: le competenze che le imprese cercavano 5 anni fa, oggi sembrano passato remoto – spiega Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio –. E la competizione che le aziende hanno nell’accaparrarsi i talenti è sempre di più internazionale. Siamo convinti che sia necessario un lavoro capillare per trasformare tutto questo. È per questo che dall’autunno scorso stiamo incontrando tutti gli insegnanti sin dalle scuole medie, i genitori e i ragazzi per raccontare le opportunità che le imprese offrono e cosa cercano nelle selezioni. Vogliamo portare sempre di più i due mondi a parlare la stessa lingua».
Un impegno importante nei confronti di un territorio che vede circa il 31% delle richieste di impiego riguardante under 30. Altro dato interessante da analizzare, però, è che nel 65% dei casi è richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il target è giovanissimi con esperienza. Un monito per gli enti di formazione, dai i licei, agli istituti tecnici e professionali, fino alle università, per essere il più possibile vicini alla realtà concreta del mondo del lavoro. Non basta più solo la laurea, ma ci vorranno capacità applicative e improntate al contesto del settore di riferimento.
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