Roma, 22 settembre 2023 – Marelli ha sospeso fino al prossimo incontro del 28 settembre con i lavoratori la decorrenza della procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore, in provincia di Bologna.
Lo rendono noto i sindacati Fim Fiom Uilm Fismic Uglm Aqcfr in una nota nella quale si fa riferimento alla comunicazione dell'azienda.
“È un primo importante risultato - affermano i sindacati - Ci permetterà di iniziare il confronto con l'azienda senza un contatore già attivo. Noi vogliamo il confronto per arrivare ad una soluzione che dia continuità produttiva ed occupazionale al sito di Crevalcore”.
I lavoratori sono in presidio da giorni dopo l’annuncio choc, da parte dell’azienda (gestita dal fondo americano Kkr, proprietario dello storico marchio della Motor Valley) di voler chiudere lo stabilimento bolognese per portare la produzione a Bari.
Stamattina hanno ricevuto la visita del sindaco di Bologna Matteo Lepore.

"Bologna è con voi e con Bologna tutta la comunità bolognese, perché questo territorio non deve rimanere solo. Oggi ho voluto esserci perché dobbiamo metterci la faccia tutti quanti, questa fabbrica io credo appartenga a questa comunità", ha detto Lepore. Alla Marelli di Crevalcore rischiano il posto 230 lavoratori, che si sentono presi in giro dall'azienda: "Fino a una settimana fa ci chiedevano di aumentare la produzione", dicono increduli.
LA STORIA / Giovanni e Samira, senza lavoro e con due figlie
Lepore continua: "Non possiamo immaginare che questo stabilimento venga chiuso, non è di proprietà privata, ma frutto del lavoro di questa comunità e delle persone che ci lavorano. In questo momento nel nostro Paese paghiamo lo scotto di non avere delle politiche industriali. Potevamo capire quando si parlava di delocalizzazioni, ma in Italia no, non è possibile che si chiuda uno stabilimento per trasferirlo in un’altra città italiana perché significa non avere rispetto per le persone che lavorano. Stiamo perdendo il nostro tessuto manifatturiero e non ce lo possiamo permettere. Non possiamo permettere che questo stabilimento chiuda e che possa generare delle chiusure a catena. Non è solo questione dei governi attuali, ma anche di quelli precedenti. Sapevamo che la transizione ecologica sarebbe arrivata, ma se un posto deve essere riconvertito servono politiche e investimenti”.
E ancora, l’appello: "Voglio dire a questa azienda di fermarsi perché questa comunità di lavoratori non si merita il licenziamento in tronco, perché di questo di cui stiamo parlando. Spostare la produzione a Bari non è la cosa giusta". Più i generale, secondo il sindaco, in questo Paese "serve un piano industriale, un piano di salvaguardia dei siti produttivi per la seconda potenza industriale d'Europa sul manifatturiero com'è l'Italia e Bologna non può perdere questi lavoratori e lavoratrici". Il timore di Lepore è che la decisione di chiudere l'impianto di Crevalcore "sia solo l'antipasto di una chiusura e di un trasferimento più complessivo che possa avvenire nei prossimi anni" e che possa riguardare anche lo stabilimento Marelli "da quasi 600 dipendenti a Bologna". Poi l'appello: "Il governo e la Regione si facciano parte attiva, occorre fermare questa procedura per i lavoratori e trovare un'alternativa perché questo stabilimento è di proprietà della comunità". Insomma, "non possiamo solo aspettare, occorre solo un piano di investimenti. Se serve una riconversione, occorre parlarne con i lavoratori e non metterli di fronte al fatto compiuto", conclude.
I sindaci schierati
Anche i sindaci dell'Unione Terre d'acqua (Anzola Emilia, Calderara, Crevalcore, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto e Sant'Agata Bolognese) si schierano contro la chiusura dello stabilimento della Marelli di Crevalcore. "A nome di tutti i colleghi sindaci di Terre d'acqua - dichiara il presidente dell'Unione e sindaco di Persiceto, Lorenzo Pellegatti - esprimo il nostro assoluto dissenso nei confronti della decisione della direzione aziendale della Marelli e solidarietà ai lavoratori coinvolti". Quella fabbrica dà lavoro ad oltre 230 persone "e rappresenta un'eccellenza produttiva locale dell'automotive che va assolutamente preservata" scongiurando "un impoverimento occupazionale e produttivo che si abbatterà sui nostri concittadini e sul nostro territorio. Siamo quindi vicini ai lavoratori e alle loro famiglie colpite da questa notizia e ci schieriamo a fianco delle istituzioni e dei sindacati per sostenere tutte le azioni necessarie a scongiurare questa chiusura".
La visita di Bonaccini
I punti ribaditi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in visita ieri al presidio permanente dei sindacati davanti alla fabbrica di Crevalcore sono chiari: giovedì prossimo ci sarà un primo incontro nella sede della Regione Emilia-Romagna con azienda e lavoratori. Nel frattempo, verrà inviata una lettera al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, avanzando la disponibilità a considerare qualsiasi ipotesi di riconversione e ristrutturazione industriale. Il governatore giudica inaccettabile la decisione di chiudere il sito produttivo della Magneti Marelli a Crevalcore, dove lavorano circa 230 persone.
Ieri ad accompagnare Bonaccini a Crevalcore c'era anche l'assessore regionale alle Attività Produttive, Vincenzo Colla. "Siamo venuti per ribadire la vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori, a cui assicuriamo il massimo impegno della Regione per scongiurare l'ipotesi della cessata attività - hanno detto Bonaccini e Colla - Non possiamo accettare una scelta immotivata e incomprensibile come quella della cessata attività, che mette a repentaglio oltre 230 posti di lavoro".
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