Caso Manutencoop, Legacoop. "Profondo dissenso" sullo strappo

La presidenza del colosso rosso. "Prendiamo atto, ma il modello cooperativo resta tra i più efficaci"

La sede bolognese di Legacoop (FotoSchicchi)

La sede bolognese di Legacoop (FotoSchicchi)

Bologna, 28 maggio 2018 - Dopo la decisione di Manutencoop di abbandonare la lega delle cooperative, la presidenza di Legacoop Bologna si è riunita questa mattina, alla presenza del presidente nazionale, Mauro Lusetti, del suo omologo regionale, Giovanni Monti, e del presidente regionale di Legacoop Produzione e Servizi, Alberto Armuzzi. Il frutto dell'assise è tutto nella nota rilasciata a fine mattinata.

"Prendiamo atto della decisione di Manutencoop di recedere da Legacoop, ma dissentiamo profondamente dalle ragioni di merito che hanno portato a motivazione della delibera di recesso - si legge - e, al contrario di quanto dichiarato dal presidente di Manutencoop, riteniamo che il modello cooperativo sia tra i più efficaci per affrontare le sfide del mercato, perseguendo gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile". Questo in risposta al numero della terza coop d'Italia, Claudio Levorato, che da tempo accusava il direttivo di Legacoop di pensare troppo alla politica e poco ai cooperatori. "Le imprese cooperative, anche durante la crisi, hanno accresciuto il numero di occupati - recita il documento -, potenziato la propria presenza nei settori strategici, sostenuto la nuova imprenditorialità in settori emergenti e in territori a basso tasso di sviluppo. Questi sono dati incontrovertibili".

Anzi, Legacoop è certa che "attraverso gli strumenti finanziari di sistema e grazie alla disponibilità solidale delle sue imprese, la cooperazione è riuscita a limitare gli effetti della crisi, sia sui soci lavoratori che sui soci prestatori.  A questi strumenti ha avuto accesso nel corso del tempo anche Manutencoop. Per lo sviluppo della propria attività, Manutencoop ha scelto una strada simile a quella di molte altre cooperative, come testimoniato dal numero crescente di 'spa' a controllo cooperativo e dalla loro rilevanza  imprenditoriale ed economica. In questo modello - si precisa da via Aldo Moro - non c'è nulla che sia stato bollato come eretico".

"Le relazioni tra Legacoop e le cooperative aderenti sono regolate dai principi di responsabilità, reciprocità e partecipazione - prosegue ancora la nota - e questo implica l'impegno di tutti ad utilizzare le sedi di confronto in maniera attiva". Un impegno, questo, nei confronti del quale il colosso autore dello strappo, forte di 472 soci e quasi un miliardo di euro di fatturato, sarebbe mancato. "Purtroppo da tempo i rappresentanti di Manutencoop hanno rinunciato a partecipare agli organi e alle sedi di confronto di Legacoop, privilegiando l'uso dei media per esternare il proprio pensiero sul mondo cooperativo. Legacoop ribadisce la propria autonomia e quella delle imprese associate. E' necessario tuttavia ricordare che tale autonomia richiede un surplus di responsabilità da parte di tutti i dirigenti".

"Legacoop è un sistema aperto e tale rimarrà - è la chiosa finale - e saremo sempre a disposizione dei soci cooperatori e delle imprese che oggi o nel corso del tempo decideranno di dialogare con la propria associazione di riferimento.  Abbiamo a cuore il destino delle imprese cooperative, ci sentiamo responsabili nei confronti di soci, dipendenti e generazioni future". 

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