
Una manifestazione recente dei lavoratori di vari stabilimenti Marelli davanti alla Regione
Bologna, 4 febbraio 2025 – Assemblea e sciopero alla Marelli di Bologna (ex Weber): i lavoratori, riuniti in assemblea, questa mattina hanno discusso dell'annuncio aziendale di 13 settimane di cassa integrazione ordinaria per poi rispedirlo al mittente con tanto di decisione di incrociare le braccia subito per un'ora, dalle 11 alle 12.
La cig, così come delineata dall'azienda, si legge in un volantino di Fim-Cgil, Fim-Cisl, Uil-Uilm e Aqcf diffuso sui social, comporta una riduzione lavorativa fino a 16 ore settimanali "senza nessuna integrazione economica". Pertanto, in assemblea i dipendenti hanno messo a verbale il loro "dissenso a un taglio di salari e stipendi per risanare ancora una volta i conti aziendali". In più hanno deciso un'ora di sciopero con presidio davanti ai cancelli di via Timavo.
“La crisi dell’automotive scaricata sui lavoratori”
L'annuncio della cassa integrazione alla Marelli-Weber di Bologna era arrivato il 23 gennaio scorso: appunto 13 settimane di cig dal 17 febbraio al 16 maggio per i lavoratori della divisione Propulsion solutions (Motorsport esclusa). La riduzione dell'orario di lavoro sarà fino a due giorni alla settimana. Nei giorni scorsi era atteso un incontro a cui i sindacati avrebbero portato la richiesta di almeno di limitare la cassa integrazione a un giorno alla settimana al massimo per tutti.
"Come era facile prevedere, ancora una volta il risanamento dei conti avviene scaricando i costi della crisi dell'automotive sui lavoratori", avevano detto Fiom, Fim, Uilm e Aqcf il 23 gennaio definendo "inaccettabile questo comportamento. Ogni anno è peggio del precedente" ed esprimendo "forte preoccupazione per il sito di Bologna".
Le reazioni politiche
Tra le prime reazioni politiche, quella di Andrea De Maria, deputato del Pd. "Esprimo tutta la mia solidarietà ai lavoratori ed alle lavoratrici della Marelli di Bologna che hanno scioperato – osserva De Maria -. Si confermano peraltro tutte le preoccupazioni per un presidio produttivo di grande valore. Si conferma anche che servono politiche per l'automotive, mentre il governo ha tagliato le risorse stanziate dagli esecutivi precedenti all'attuale. Sono pronto ad assumere iniziative parlamentari rispetto alla vertenza che si è aperta".