Mario Draghi a Bologna, laurea ad honorem. "Ue, cooperazione necessaria"

La cerimonia in Santa Lucia. Ubertini: "La sua condotta, un esempio da seguire". Protesta pacifica dei collettivi per le vie del centro

Michele Caianiello, Mario Draghi e il rettore Francesco Ubertini (FotoSchicchi)

Michele Caianiello, Mario Draghi e il rettore Francesco Ubertini (FotoSchicchi)

Bologna, 22 febbraio 2019 - “La condotta di Mario Draghi è un esempio da seguire: un uomo che ci ha indicato la strada giusta, avvisandoci degli errori che stavamo compiendo”. Così il rettore Ubertini ha presentato il nuovo dottore. Una cerimonia intensa, sentita e partecipata quella che ha visto Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, investito della laurea ad honorem in Giurisprudenza dell’Alma mater (VIDEO).

L’investitura si è svolta alle 16.30 di oggi pomeriggio nell’ex chiesa di Santa Lucia, in una via Castiglione blindatissima (più di 150 gli uomini impiegati dalle forze dell’ordine, tra unità mobili, artificieri e cinofili).

“Inizialmente vorrei ringraziare per il calore di questo applauso, per le bellissime parole a me rivolte e per l’onore che mi viene fatto oggi con questa laurea, oltre a vedere in questa Aula Magna tantissimi amici di una vita”, esordisce Draghi.

Il presidente della Bce ha poi tenuto una lezione approfondita e dettagliata sul quadro attuale dell’Unione europea e sui possibili scenari futuri, con un focus particolare in merito agli sviluppi economici e politici in quei Paesi che potrebbero uscire dalla stessa Ue. ‘La sovranità in un mondo globalizzato’, questo il titolo dell’intervento del neolaureato ad honorem.

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“La vera sovranità si riflette non nel potere di fare le leggi, come vuole una definizione giuridica di essa, ma nel migliore controllo degli eventi in maniera da rispondere ai bisogni fondamentali dei cittadini: ‘la pace, la sicurezza e il pubblico bene del popolo’, secondo la definizione che John Locke ne dette nel 1690 - sottolinea Draghi -. La possibilità di agire in maniera indipendente non garantisce questo controllo: in altre parole, l’indipendenza non garantisce la sovranità. Si prenda l’esempio, estremo ma efficace, di quei Paesi che sono totalmente al di fuori dell’economia globale: essi sono indipendenti, ma certamente non sovrani in un senso pieno della parola, dovendo ad esempio spesso contare sull’aiuto alimentare che proviene dall’esterno per nutrire i propri cittadini”.

“La globalizzazione aumenta la vulnerabilità dei singoli Paesi in molte direzioni: li espone maggiormente ai movimenti finanziari internazionali, a possibili politiche commerciali aggressive da parte di altri Stati e, aumentando la concorrenza, rende più difficile il coordinamento tra Paesi nello stabilire regole e standard necessari per il conseguimento al proprio interno degli obiettivi di carattere sociale - aggiunge il presidente della Bce -. Il controllo sulle condizioni economiche interne ne risulta indebolito. In un mondo globalizzato, tutti i Paesi per essere sovrani devono cooperare. E ciò è ancor più necessario per i Paesi appartenenti all’Unione europea. La cooperazione, proteggendo gli Stati nazionali dalle pressioni esterne, rende più efficaci le politiche interne”.

Ad aprire la cerimonia (FOTO), il corteo solenne di docenti, direttori di dipartimento, Senato accademico, prorettori e rettori di altre Università. Poi, il gruppo guidato dal magnifico rettore Francesco Ubertini, davanti a Michele Caianello, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche, il docente promotore della laurea, Giovanni Luchetti, e il laureando, Mario Draghi.

Tra il pubblico, ad ascoltare con interesse e ammirazione le parole di Draghi, i rappresenti delle principali istituzioni e autorità locali: il sindaco Virginio Merola con la vicesindaco Marilena Pillati, il prefetto Patrizia Impresa e il questore Gianfranco Bernabei. In prima fila, tra gli altri, Fabio Roversi Monaco, ex rettore e presidente di Genus Bononiae, Romano Prodi, Alberto Vacchi, presidente di Confindustria Emilia, Paolo Giacomin, direttore di Qn - il Resto del Carlino.

Prima delle parole del rettore, la cerimonia si è aperta con un saggio di Prodi risalente al 2001, intitolato: “L’Europa come evoluzione permanente”.

“Oggi è con noi, e la cosa ci riempie di piacere, un ospite che rappresenta quella realtà a cui tutti guardiamo con attenzione - sottolinea il rettore -. Per tutti noi Mario Draghi è uno dei volti dell’Europa, che ha seguito, regolato e armonizzato gli assetti fondamentali dell’Unione europea e della moneta unica”.

“Un luogo come l’Università ha il compito primario di aprirsi alla diversità di idee e pensieri, senza cedere alle semplificazioni e non confondendo i tempi lunghi della ricerca con opinioni fragili che si consumano subito dopo essere state diffuse - aggiunge Ubertini -: in questo, la condotta di Mario Draghi è un esempio da seguire, soprattutto nei momenti difficili degli ultimi anni. In modo essenziale, senza cedere mai a facili effetti massmediatici, Draghi ci ha indicato la giusta strada da seguire, avvisandoci sugli errori che stavamo compiendo”.

“Lui, oggi dottore dell’Alma mater, è uomo di competenze specifiche e di visioni ampie: lo accogliamo nella nostra comunità, offrendogli un titolo negli studi giuridici - chiosa il rettore -. Draghi è colui che non ha indietreggiato nei momenti difficili, che ha saputo dire le parole non gradite nel momento in cui erano necessarie”.

Durante il pomeriggio, il livello di allerta è rimasto alto in tutta la città a causa della contestazione annunciata sui social network da parte di collettivi e antagonisti. Dalle 15, alcuni dissidenti si sono radunati in piazza Verdi, inscenando una protesta in maschera e poi un corteo (FOTO e VIDEO). Non si sono verificati scontri, l’unico gesto di sfida, uno striscione appeso davanti alle porte del rettorato.

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