Multe via Pec, a Bologna è caos: centinaia le chiamate ai vigili per mancati pagamenti del 2021

La notifica delle sanzioni in questa forma è stata decisa con un decreto del 2017, attivo dal febbraio 2018. Ma la posta elettronica certificata è uno strumento ancora ignorato da tanti e, ora, rischia di costare caro

Tantissime le chiamate arrivate al call center della Polizia locale per chiarimenti

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Bologna, 9 giugno 2023 – La legge, una volta tanto, parla chiaro. Un decreto del ministero dell’Interno del 2017 prevede che – dal febbraio 2018 – la notifica delle sanzioni per violazioni del Codice della strada sia inviata all’indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) del trasgressore, o del proprietario del veicolo.

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Da più di cinque anni è andata dunque in soffitta la classica (e temuta) raccomandata in busta verde con cui, da decenni, la multa veniva recapitata in buchetta.

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Ma la Pec è uno strumento ancora ignorato da tanti. C’è, ma pochi la consultano con regolarità. E, nel caso delle multe, questa distrazione costa cara. Sono centinaia (migliaia?) i cittadini, molti anche di fuori Bologna, che in questo periodo stanno intasando il call center della polizia locale per avere chiarimenti su solleciti di pagamento – questi ricevuti in forma cartacea – per multe non pagate del 2021.

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Si tratta di notifiche ricevute in Pec e non visualizzate. In alcuni casi, c’è addirittura chi sostiene di non avere avuto un indirizzo di posta elettronica certificata al momento dell’infrazione contestata. In ogni caso, chi dovrà pagare si troverà a sborsare una cifra ben superiore a quella che avrebbe speso se avesse saldato appena ricevuta la notifica.

Eppure, come detto, la legge è molto chiara. Ed è bene ricordare che una mail spedita via Pec equivale in tutto e per tutto alla ‘vecchia’ raccomandata con ricevuta di ritorno. In altre parole: una volta che la multa arriva all’indirizzo Pec – di solito con oggetto ‘Atto amministrativo relativo a una sanzione amministrativa prevista dal Codice della Strada’ – si intende notificata. Che sia stata vista, aperta, letta o no.

Le multe vengono spedite all’indirizzo Pec fornito dal trasgressore quando viene fermato. O viene ricavato da elenchi pubblici (quindi ad accesso libero) disponibili: quelli Ini-Pec, per professionisti e imprese, e Ipa, per le Pubbliche amministrazioni. In futuro si dovrà verificare anche il registro dei Domicili Digitali dei cittadini.

Ma chi deve, per forza, avere un indirizzo e-mail Pec? La legge italiana sancisce l’obbligo di possedere la posta elettronica certificata per: le pubbliche amministrazioni; i professionisti iscritti all’Albo di appartenenza; le nuove società di persone; le società di persone già costituite; le partite Iva e le ditte individuali, compresi gli artigiani. Attualmente, gli unici a non dover sottostare a questo vincolo sono le partite Iva assoggettate al regime forfettario e i privati cittadini.

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