Philip Morris, più soldi e contratti più lunghi per gli interinali della logistica

Sono dipendenti della multinazionale spagnola Logista Italia che si è aggiudicato l'appalto qui fino al 2019

Lo stabilimento della Philip Morris

Lo stabilimento della Philip Morris

Valsamoggia (Bologna), 18 ottobre 2017 - Aumenta lo stipendio e cala la precarietà. Accordo che cambia la vita per 201 lavoratori impiegati nella gestione dei magazzini Philip Morris di Crespellano (Valsamoggia) e Zola, che grazie a un accordo sottoscritto ieri da sindacati, ditta appaltatrice e agenzia di lavoro possono contare su una maggiore durata del contratto e su un aumento della retribuzione mensile di circa 80 euro.

Secondo i sindacati che hanno portato avanti la trattativa – che non coinvolge direttamente la multinazionale del tabacco, ma solo i soggetti che forniscono o organizzano l’appalto della gestione del magazzino –, si tratta di un accordo a modo suo storico, perché riguarda una categoria di lavoratori che per la precarietà estrema del contratto spesso non si impegnano in vertenze collettive. Si tratta infatti del settore del cosiddetto ‘lavoro somministrato’ (un tempo si diceva ‘interinale’) che per quel che riguarda Philip Morris oggi coinvolge circa 330 lavoratori gestiti dalla multinazionale spagnola Logista Italia che fino alla fine del 2019 si è aggiudicata l’appalto per la logistica dei due siti Philip Morris. 

La ‘somministrazione’ della forza lavoro necessaria è stata assegnata all’agenzia Articolo 1 che ieri ha firmato l’accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, con i referenti di Nidil Cgil e Felsa Cisl in previsione di una stabilizzazione del contratto per i due terzi dei lavoratori attualmente in forza. «È vero che avevamo puntato a un maggior numero di stabilizzazioni, ma è anche vero che in questo tipo di lavoro le esigenze di personale hanno una forte variabilità – commenta Anna Morelli di Felsa Cisl –. Oltre che nel risultato, che è importante, il valore di questa vertenza sta nel fatto che lavoratori superprecari hanno capito che l’unione fa la forza e si ottengono risultati. È la prima volta ed è un segno di reazione di una categoria di persone consapevoli che un contratto di uno, due o tre mesi non esprime alcun diritto».

Nello specifico i 31 lavoratori assunti a tempo indeterminato con scadenza giugno 2018 hanno allungato la scadenza fino al 31 dicembre 2019. Stessa scadenza per altri 100 lavoratori a tempo determinato, mentre per ulteriori 70 contratti a tempo determinato la scadenza da pochi mesi è stata portata al 31 dicembre 2018. L’accordo prevede poi miglioramenti nell’organizzazione del lavoro, negli orari e un premio-presenza di 50 centesimi lordi ogni ora lavorata, nella sostanza circa 80 euro mensili lordi aggiuntivi. 

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