Bologna, prezzo tartufo bianco 2022: sarà poco, ma buono

Partita la stagione del pregiato ‘bianco’. Questo tesoro del bosco, a seconda della pezzatura, vale tra i 2.500 e i 4mila euro al chilo

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Valsamoggia (Bologna), 6 ottobre 2022 -  Molti funghi , pochi tartufi. Sapienza popolare rispettata per la stagione iniziata da due settimane della raccolta del tartufo bianco, il più pregiato e costoso tra tutte le tipologie commestibili di questo tesoro del bosco. Ristoranti e trattorie dell’Appennino, e in particolare quelle di Valsamoggia stanno già proponendo i classici piatti a base di questo prezioso ingrediente espressione del ‘made in Italy’ di un settore alimentare in forte espansione. Non ha dubbi Luigi Dattilo, presidente e fondatore di Appennino Food group spa, azienda di prima generazione tutta italiana, con sede a Savigno che dal niente, a partire dal 1985, ha portato ad occupare sessanta dipendenti che in un anno arrivano a selezionare, commerciare e trasformare oltre quaranta quintali delle diverse specie di tartufo provenienti dalle regioni più vocate, e in particolare dall’Appennino bolognese al Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Molise.

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"L’andamento climatico di questo ultimo anno, caratterizzato da grande siccità, ha condizionato la raccolta del tartufo bianco che si prevede essere migliore rispetto lo scorso anno ma che non sarà certo un’annata particolarmente produttiva come il ‘mitico’ 2011. Anche se in tante zone d’Italia, a partire proprio dall’alta valle del Samoggia, del Lavino e del Reno, i temporali d’agosto hanno salvato una stagione che si preannunciava davvero avara...". Così se il buon bottino dei funghi sull’Appennino Bolognese ha rappresentato una buona notizia per i cercatori (ma anche per i consumatori), non proprio altrettanto lo è per gli appassionati del tartufo bianco che oggi, a seconda della pezzatura, vale tre i 2500 e i 4mila euro il chilogrammo.

"E’ un momento molto interessante per il tartufo in generale perchè il mercato si sta aprendo sempre più verso questo frutto della natura. La domanda è aumentata, così come si è diversificato l’uso -aggiunge Dattilo- e soprattutto è entrata nella cultura gastronomica la nostra filosofia del ‘tartufo tutto l’anno’. Esistono tante specie di tartufo e ogni mese regala una gemma preziosa e la nostra azienda vuole proprio valorizzarli tutti: il bianco da settembre a dicembre, così come il tartufo uncinato, tra novembre e marzo, da gennaio ad aprile il bianchetto e da maggio ad ottobre il nero estivo. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche". E la risposta del mercato non manca evidentemente perchè fra poche settimane partiranno i lavori per triplicare gli spazi dello stabilimento di Savigno.

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