Protesta in Comune a Bologna, comitati contro l’economia della notte: “Dormire è un diritto”

Emily Clancy lancia gli Stati Generali con la sua collega britannica. I primi passi: “Task force con i cittadini per testare le soluzioni in campo. E sì a nuovi spazi per il divertimento, più lontani dalle zone centrali”

La protesta di comitati e associazioni è andata in scena in Comune

La protesta di comitati e associazioni è andata in scena in Comune

Bologna, 27 marzo 2023 – Una protesta silenziosa, composta. Senza fischi, né cori. Ma con concetti ben chiari, espressi nello striscione ’storico’ di quindici comitati e associazioni di residenti del centro: “Dormire è un diritto, impedirlo un sopruso”. Dopo le notti folli in varie zone ‘calde’ della città, una cinquantina di persone, tra volti storici dei comitati e semplici cittadini, ha voluto fare un presidio a Palazzo d’Accursio per chiedere ancora una volta una svolta. E l’occasione è l’incontro tra la vicesindaca Emily Clancy con delega all’economia della notte, che ha lanciato gli Stati Generali della notte con la sua ‘omologa’ londinese, Amy Lamè, e la collega di Trento, Giulia Casonato.

“Il piano della notte del Comune? Parole parole”, dice Giuseppe Sisti, del comitato di via Petroni e dintorni, citando Mina. “Non vogliamo piani, progetti, incontri. Servono soluzioni per le notti bolognesi. Non tra due anni. Ma subito. Sono 20 anni che si propongono idee e studi, siamo stanchi”. Le richieste sono sempre le stesse: diritto al riposo, la riduzione del rumore, una risposta al degrado. Con un concetto, su tutti, espresso anche nel volantino (per l’occasione in italiano e in inglese): “I cittadini residenti non possono essere considerati marginali o relegati a questione residuale”. Sisti ne parla anche a Lamè, in inglese. Qualche sorriso, poi i residenti impacchettano lo striscione e se ne vanno.

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Clancy – dopo aver concluso la fase dei questionari su bisogni legati alla notte – si dice soddisfatta: “Partiamo dal confronto con l’esperienza di Londra, seguirà quella con il sindaco della notte di Amsterdam, Mirik Milan, poi altri due incontri sui risultati di sondaggi e la co-progettazione del piano. Per l’economia della notte bisogna studiare”, taglia corto la vicesindaca, in risposta ai comitati che chiedono uno sprint.

La protesta di comitati e associazioni è andata in scena in Comune
La protesta di comitati e associazioni è andata in scena in Comune

Per il resto, rivendica l’impegno: “A differenza degli anni passati dove giustamente i cittadini erano frustrati per le mancate soluzioni, oggi l’amministrazione ha scelto di fare un cambio di passo”. La vicesindaca dà anche alcune anticipazioni su quello che potrà essere il piano della notte: in primis, la creazione di una ’consulta’, una specie di task force, a cui parteciperanno anche cittadini e operatori, così da testare di volta in volta le iniziative messe in campo. Un modello utilizzato anche da Londra, come Lamè ha raccontato davanti a una platea di oltre cento persone, tra attori della notte, filosofi viveur come Stefano Bonaga e pure Giancarlo Vitali, detto Ambrogio, tra i fondatori di ’Radio Alice’.

Infine, Clancy apre alla possibilità di una movida ’diffusa’, con “nuove offerte notturne, magari anche in zone meno centrali, più compatibili al diritto al riposo”. Alla fine strappa un applauso sui bus notturni, mentre la sua collega londinese anima la folla sulla città aperta 24 ore e la necessità (sul tema della notte) di essere “proattivi più che reattivi”. Ma di certo, dall’esperienza di Londra, si evince che ci vuole tempo per costruire un piano della notte. Un tempo che, a quanto pare, i residenti non hanno più.

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