
Da sinistra, Stefano Cavedagna (FdI), Giancarlo Tonelli, direttore generale Confcommercio Ascom, Michele Bulgarelli, direttore generale Cgil Bologna
Bologna, 11 febbraio 2025 – L’annuncio del sindaco Matteo Lepore, riguardo al maxi rincaro delle tariffe di bus e sosta, ha scatenato il dibattito politico. La corsa singola passa da 1,50 a 2,30 euro (+53,3%), il biglietto giornaliero da 6 a 9 (+50%), il City pass da 14 a 19 (+35,7%). Variazioni più contenute per gli abbonamenti, con l'obiettivo dichiarato di concentrare gli aumenti su coloro che utilizzano più sporadicamente i mezzi.
Il centrodestra
La stangata arriva in una fase in cui la città è sommersa dai cantieri e la viabilità è il tema centrale del dibattito bolognese. Fratelli d'Italia raccoglierà firme e protesterà alle fermate degli autobus contro l'aumento delle tariffe dei bus compiendo un atto di “ostruzionismo per bloccare questa scelta folle - sottolinea l'europarlamentare Fdi Stefano Cavedagna -. La mobilità 'insostenibile' di Lepore è aprire cantieri ovunque, città 30, impedire l'uso dei mezzi privati, per poi aumentare il biglietto del bus. È un disegno perverso". Così, secondo Cavedagna, si fanno "soldi sulla pelle dei bolognesi più deboli. Impedendo l'ingresso in centro dei mezzi elettrici, a gpl e metano, si dimostra che la scusa della sostenibilità ambientale è una menzogna che Lepore ha usato finché gli è servito".
Affine il pensiero di Nicola Stanzani, consigliere comunale e segretario provinciale di Forza Italia, e Lanfranco Massari, segretario cittadino degli azzurri: “Dietro il paravento della sostenibilità, si cela un disegno punitivo che rende Bologna sempre meno accessibile e vivibile per chi ci abita o ci lavora. La città non merita questa politica punitiva sulla mobilità: è tempo di una svolta vera. Lepore e la sua giunta - secondo Stanzani e Massari - hanno mostrato, ancora una volta, il loro vero volto: la sinistra sa solo mettere le mani nelle tasche dei cittadini, senza alcun interesse per il loro benessere. L'aumento del 53% del biglietto dell'autobus è un vero e proprio salasso imposto senza alcun miglioramento del servizio, in una città già soffocata da cantieri infiniti e mobilità caotica”.
Il messaggio è chiaro: “Secondo Lepore i bolognesi devono muoversi solo a piedi o in bicicletta, magari in mezzo alle corsie condivise con auto, bus e moto. Questa è la vera filosofia ideologica della sinistra che governa Bologna: il modello della 'città dei 15 minuti'. Questa visione impone un'idea di città in cui gli spostamenti vengono ridotti al minimo, quasi fossero un lusso. Un'utopia che ignora la realtà di chi lavora, di chi ha impegni familiari e di chi, per motivi fisici, non può semplicemente permettersi di andare ovunque in bicicletta", chiudono Stanzani e Massari.
Contrario agli aumenti anche Matteo Di Benedetto della Lega. “Trovo assurdi gli aumenti annunciati da Lepore. Il prezzo del biglietto a 2,30 euro è più alto della metropolitana di Milano, servizio infinitamente più efficiente del nostro. La sosta fino a 4 euro? Una scelta classista. Lepore vuole che l'auto la passa usare solo chi appartiene a una certa fascia di reddito, pare ormai evidente. Da tempo sta andando in questa direzione, ora abbiamo l'ennesima conferma. Colpisce in entrambi i casi le fasce più povere della popolazione, a cui vuole negare il diritto alla mobilità".
Il centrosinistra
Emergono perplessità anche all’interno delle forze di maggioranza del consiglio comunale. Coalizione civica al momento riflette e mantiene un silenzio 'ufficiale'. Non mantengono la stessa riservatezza forze come i Verdi ("un trasporto pubblico costoso è tutto fuorché un servizio pubblico"), e Potere al Popolo (“via a una mobilitazione cittadina").
L'ex segretario provinciale Cgil, Danilo Gruppi, è convinto che "a palazzo d'Accursio si siano bevuti il cervello". Sulla pagina di Gruppi prova però ad abbozzare una difesa Marina D'Altri, co-presidente di Coalizione civica: "A Bologna – ricorda – ci sono 123mila abbonati, il 95% dei quali paga una tariffa ridotta. L'abbonamento è cresciuto di 10 euro all'anno, l'aumento delle corse singole, utilizzate da fruitori saltuari, ha permesso di aumentare di soli 10 euro gli abbonamenti il cui costo era fermo dal 2014".
Molto critico anche Roberto Sconciaforni, ex Prc oggi in area Movimento 5 stelle. "Sono consapevole dei forti tagli del governo nazionale verso gli enti locali ma è questo il modo per recuperare fondi?", si chiede Sconciaforni. "Ed è aumentando in modo significativo il costo dei biglietti che si rilancia il trasporto pubblico e si contrasta l'inquinamento dell'aria in città? Una discussione su questo va aperta".
I sindacati
“Nessun dialogo e ascolto, zero margine di trattativa”. Anche i sindacati si scontrano con la decisione del Comune di adottare nuove tariffe per i bus Tper a partire dal 1° marzo, manifestando il loro disappunto e stupore per la decisione “affrettata” della giunta. Contrarietà che si manifesta anche nelle parole di Marcello Borghetti, segretario generale Uil Emilia-Romagna: “È sbagliato il metodo. Tutto si è consumato nell’arco di pochi giorni. Quando lunedì siamo stati convocati per un incontro – sottolinea – era già stato definito tutto, non lasciandoci margine di trattativa”. Il costo del ticket singolo sale a 2,30 euro (+53%), più di Milano (2,20 euro) e Roma (2 euro).
Un aumento “spropositato e in controtendenza con la necessità di stimolare l’utilizzo del trasporto pubblico locale”, aprendo una riflessione sul tema del centro “divenuto inaccessibile”. Questi sono alcuni dei motivi che hanno portato alla rottura durante l’incontro di lunedì tra sigle sindacali e Comune: “Non abbiamo percepito un’apertura al dialogo”, annuncia Borghetti. E aggiunge: “Avevamo richiesto un sistema di agevolazioni per andare incontro agli utenti. Chiediamo alla giunta di ritornare sui propri passi”, commenta.
“Bologna si candidava ad essere la città più progressista d'Italia, come amava ripetere il sindaco Matteo Lepore. Ma oggi rischia piuttosto di diventare la città più cara d'Italia”, afferma il segretario della Cgil Bologna, Michele Bulgarelli, riguardo ai rincari del biglietto del bus annunciati ieri dal sindaco Matteo Lepore.
Una manovra a cui si affianca, inoltre, anche un pacchetto di aumenti sulla sosta: “Eravamo stati convocati ieri sulla manovra tariffaria di Tper e non sulla sosta, che è stata aggiunta nella stessa giornata di ieri”, ricorda, concordando con Borghetti. “Questa politica dei due tempi non ci convince fino in fondo. Cioè oggi c'è un aumento per tutti e poi domani con le organizzazioni sindacali verifichiamo quali possibili agevolazioni fare”.
Le associazioni di categoria
"Siamo delusi, sorpresi e contrari”, comincia Giancarlo Tonelli, direttore generale Confcommercio-Ascom Bologna. “Delusi perché da mesi la città sta affrontato i cantieri e gli interventi di modifica della viabilità. I cittadini stanno rispettando l’amministrazione comunale, sarebbe bello se anche la giunta iniziasse a rispettare i bolognesi”, continua Tonelli, dicendosi “sorpreso” dagli aumenti “perché lo abbiamo scoperto dai giornali, non abbiamo avuto nessun tavolo di confronto”. Terzo punto. “Siamo contrari – ricorda Tonelli – perché in questo momento non è il caso di intervenire in una città rivoltata dai cantieri. Non c’era nessuna fretta, si poteva affrontare la variabile costi a fine lavori in un tavolo congiunto con tutte la parti”.
Una situazione in centro che cambia nuovamente per i commercianti e i residenti: attraverso piani particolareggiati, una quota compresa tra 300 e 700 stalli passeranno da strisce blu a sosta a rapida rotazione o a posti per residenti. “Questo tema ci interessa e vorremmo conoscerne modalità e tempi – ribadisce Tonelli –. Adesso vi è la necessità di valutare nel merito una cosa che non conosciamo perché non c’è stato alcun dialogo”.
L’inizio dei rincari
Una storia che inizia 14 anni fa. Il primo passo lo fece l'allora commissaria prefettizia del Comune Annamaria Cancellieri, portando il prezzo della corsa singola da un euro a 1,20 (1,50 per il ticket fatto a bordo).
Due anni dopo, nel 2013, toccò al sindaco Virginio Merola operare un ritocco di dieci centesimi.
Passano sei anni e, nel 2019, lo stesso Merola porta il biglietto a 1,50 euro (due euro se acquistato a bordo). Ora la nuova impennata: tra le dieci maggiori città italiane, nessuna ha un biglietto del bus caro come Bologna.
L’aumento della sosta
Per incentivare l'uso del trasporto pubblico locale, la manovra sulla mobilità prevede anche un aumento delle tariffe per la sosta. Gli abbonamenti mensili aumentano del 50%, la sosta oraria passa da 1,20 a 1,80 euro (+50%) nella corona semiperiferica e da 2,40 a 3,90 euro (+62,5%) nella Cerchia del Mille. Questo rincaro coinvolge anche le auto ibride, che finora parcheggiavano gratis, ma non le auto elettriche, che potranno continuare a muoversi gratuitamente ovunque.
La risposta di Lepore
Nel caso di uso poco frequente dei mezzi pubblici "stiamo parlando di costi giornalieri davvero bassi e infatti gli abbonati capiranno subito che la manovra li tutela", risponde Lepore, mentre allo stesso tempo "grazie alle risorse del biglietto possiamo migliorare i servizi che interessano soprattutto chi usa il bus tutti i giorni". A chi lamenta che "ci sono i cantieri o il bus è sporco e non è puntuale", dunque, la risposta di Lepore è che "per migliorare il servizio le risorse le prenderemo dagli utilizzatori saltuari, che sono principalmente i turisti e i visitatori".