Rincari luce e gas a Bologna: stangata sui Comuni

È la variazione totale messa a bilancio dal Municipio e dalla Città metropolitana. L’allarme d i Vecchi (Anci): "Enti e cittadini in difficoltà, stop a chi specula"

L’installazione di parchi eolici è una delle soluzioni possibili: ma serve tempo

L’installazione di parchi eolici è una delle soluzioni possibili: ma serve tempo

Bologna, 8 luglio 2022 - Prima delle parole, sono i numeri a colpire. Il Comune di Bologna quest’anno ha messo da parte 16 milioni di euro per il caro bollette. Due tranche: 9 milioni già previsti nella variazione di fine maggio e altri 7 in quella di fine luglio. Denari che serviranno a coprire le utenze, edilizia, impianti, illuminazione, semafori, tra l’altro. Analogamente, l’ente Città metropolitana ha previsto una variazione di 4,75 milioni sul 2022, di cui 2,95 milioni già inseriti a bilancio e 1,8 che saranno messi a bilancio a novembre. Cifra che comprende anche tutte scuole superiori del territorio provinciale.

Caro bollette a Bologna, il rilancio di Lepore: "Un fondo per i piccoli municipi"

Una bella mazzata, insomma. L’Anci, l’associazione che raggruppa i Comuni italiani, non nasconde la sua preoccupazione. "Un’esplosione di costi senza precedenti, frutto di una bolla speculativa che andrebbe fermata – attacca Luca Vecchi, numero uno dell’Anci Emilia-Romagna, nonché sindaco di Reggio Emilia –. Solo per il mio Comune parliamo di 7 milioni di euro in più nei primi mesi del 2022, con ristori statali che sono attorno a 300mila euro". Una situazione che costringe le amministrazioni "a prendere decisioni repentine, quando si viene a scoprire che interventi programmati 10-11 mesi fa devono essere rimandati perché i soldi vengono assorbiti dai costi energetici", precisa Vecchi.

"Da quasi tre anni, le città hanno un’agenda che viene dettata dall’emergenza - continua il presidente Anci dell’Emilia-Romagna -: prima il Covid, poi la guerra e la siccità. In autunno temo che la questione sociale tornerà drammaticamente alla ribalta: ai cittadini che non riescono a saldare le utenze, si aggiungono quelli che faticano a pagare l’affitto e rischiano lo sfratto. Le imprese, d’altra parte, devono rivedere i costi preventivati per i cantieri, e lì il rischio è di rallentamenti o stop imprevisti". Cosa possono fare i sindaci? "Secondo lei è possibile spegnere le luci di una città a una certa ora? No - si risponde Vecchi -.Quello che possiamo fare è ridurre gli orari dei musei, delle biblioteche e dei centri culturali: ma alla fine sono servizi che il cittadino va a perdere".

Al futuro prova a guardare Monica Cinti, delegata Anci dell’Emilia-Romagna alle Politiche ambientali e sindaca di Monte San Pietro, appena uscita da una riunione sul tema. L’idea è quella di dare "un segnale forte", attraverso l’avvio di un’attività di rilevazione dei "giacimenti di fotovoltaico comunale", ovvero degli impianti già attivi e delle superfici su cui potrebbero essere creati. "Un’operazione di trasparenza, nell’ottica di una collaborazione anche pubblico/privata", aggiunge Cinti. Che individua due azioni da intraprendere: "La prima cosa è ridurre gli sprechi di elettricità, gas e acqua. Poi bisogna incentivare il più possibile aziende e cittadini a essere prosumer , ovvero a non essere semplici consumatori ma a produrre energia e immetterla in rete". A Monte San Pietro com’è la situazione? "A livello di illuminazione pubblica, il contratto che abbiamo siglato, grazie a una partnership pubblico/privata, garantisce luci al led e produzione 100% rinnovabili. Come gas, finora siamo stati tutelati, da luglio avremo uno scatto dei costi", chiude la sindaca Cinti.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro