Saga Coffee chiude, la Regione: "Inaccettabile, li fermeremo"

Gaggio Montano, sono 220 posti di lavoro a rischio. I sindacati: "Atto di sciacallaggio, vogliono delocalizzare". L'azienda: "Altre soluzioni non erano percorribili". Presidio dei lavoratori

Saga Coffee di Gaggio Montano

Saga Coffee di Gaggio Montano

Bologna, 5 novembre 2021 - La Saga Coffee di Gaggio Montano chiude e l'annuncio dell'azienda, che occupa 220 persone, arriva all'improvviso: "Stop della produzione entro il 31 marzo e la chiusura definitiva dello stabilimento entro la fine del 2022".

L'aggiornamento Ex Saeco Gaggio Montano presidio contro la chiusura. Bonaccini: "Vicini ai lavoratori"

I lavoratori si sono organizzati con un presidio permanente, tutti "choccati e avviliti: non si aspettavano che fosse deciso di chiudere lo stabilimento", riferiscono i sindacati dopo l'assemblea.

Il Governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini è perentorio: "Vogliamo che la ripresa sia inclusiva e per tutti, qui non c'è spazio per decisioni unilaterali a discapito di donne e uomini che non possono veder calpestata la propria dignità, lasciandole senza lavoro. Faremo di tutto perché ciò non avvenga", garantisce. "Già la prossima settimana, convocheremo i vertici aziendali e i sindacati con l'obiettivo di non fermare l'attività e tutelare l'occupazione", fa sapere il governatore. "Siamo con le lavoratrici e i lavoratori e la comunità locale, che soprattutto in un'area montana non può permettersi passi indietro", avverte. "È ancor più inammissibile il comportamento dell'azienda a fronte agli sforzi messi in campo in questi anni da istituzioni, sindacati e forze economiche, con investimenti arrivati anche anche dalla Regione Emilia-Romagna", conclude Bonaccini.

"E' inaccettabile - commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla -. La Regione è pronta ad aprire già dalla prossima settimana un confronto, con le forze sindacali e i vertici della Saga Coffee. Siamo vicini alle lavoratrici e ai lavoratori e saremo al loro fianco per difendere il lavoro e la produzione in un’area fragile come quella della montagna bolognese, che non si può permettere di avere una cesura di tale portata, sociale ed economica”.

“Questa decisione è inaccettabile. Sia per gli sforzi messi in campo in questi anni da istituzioni, sindacati e forze economiche per quell’azienda, per la quale anche la Regione Emilia-Romagna ha sostenuto investimenti. Sia– ha aggiunto Colla- in un momento così complesso e delicato dove si sta cercando, assieme, di uscire dalla situazione critica lasciataci da un anno e mezzo di pandemia. Mentre stiamo registrando una crescita in tutti i settori, è assurdo che un'azienda annunci, dall'oggi al domani, che vuol chiudere una simile attività. Hanno perfettamente ragione le organizzazioni sindacali: non c'è un problema di mercato, manca solo una volontà industriale per far reggere un'impresa strategica per l’intero territorio, che ha una importante produzione e tante valide competenze”.

L'azienda: "Non sostenibili tutte le altre soluzioni"

"Prima di giungere a questa decisione, Evoca Group ha preso in considerazione tutte le alternative percorribili alla chiusura dello stabilimento di Gaggio Montano, nessuna della quali si è rivelata sostenibile", così Evoca Group spiega la decisione di chiudere la Saga Coffee. "La società è dispiaciuta per l'impatto che questa decisione avrà sui lavoratori e lavoratrici, le famiglie e le comunità locali, e si impegnerà a lavorare a stretto contatto con le istituzioni e le organizzazioni sindacali per supportarli al meglio durante questa fase", si legge in una nota dell'azienda.

La decisione, si legge, "è il risultato di un'approfondita analisi del mercato, che ha evidenziato la necessità di razionalizzare l'assetto industriale del gruppo, a causa della sovraccapacità produttiva che lo caratterizza, e l'impossibilità dello stabilimento di Gaggio Montano di raggiungere i necessari livelli di competitività richiesti dal segmento Office Coffee Service (Ocs)".

Il settore delle macchine da caffè per l'ufficio, sottolinea il gruppo, "ha attraversato nel corso degli ultimi anni cambiamenti strutturali, legati alla forte pressione sui prezzi e all'inasprirsi dello scenario competitivo".

Inoltre "il gruppo soffriva, già dal 2019, di una situazione di sovraccapacità produttiva in Italia e in Europa, con particolare riferimento allo stabilimento di Gaggio Montano". Una situazione ulteriormente aggravata dall'emergenza sanitaria che ha pesato su Evoca e sulle condizioni dello stabilimento bolognese, "dove le diverse misure già implementate per dare una prospettiva allo stabilimento non sono più sufficienti".

I sindacati: "Un atto di sciacallaggio, vogliono delocalizzare"

Immediata la reazione dei sindacati: "riteniamo la decisione un atto di sciacallaggio nei confronti dei lavoratori, nonché una vera e propria violenza verso il territorio che non siamo disposti ad accettare", dicono ad una sola voce ricordando come a fronte degli inevitabili licenziamenti la Saga Coffee starebbe avviando delle assunzioni per la sede legale di Bergamo cosa che dimostrerebbe la vera motivazione della scelta, quella di delocalizzare. "Basta fare una semplice ricerca di mercato sulle macchine da caffè espresso per capire quanto questo settore sia fortemente in crescita in tutto il mondo. Quindi non può che esservi un'unica motivazione: quella di delocalizzare in Romania la produzione di Gaggio Montano, al solo fine di trarne un maggior profitto", spiegano.

Appena un anno fa, nel 2020, dicono ancora Fim Fiom e Rsu, era stato sottoscritto un accordo che prevedeva uscite volontarie, circa 50, finalizzato a mettere in sicurezza lo stabilimento di Gaggio Montano dichiarato, dalla stessa Saga Coffe, strategico all'interno del gruppo. A questo punto i sindacati, che temono l'avvio della procedura di licenziamento collettivo per i 222 lavoratori del sito bolognese, chiedono che il confronto si sposti al Tavolo Regionale e che la stessa Regione Emilia Romagna si faccia garante dell'avvio di un tavolo presso il Mise

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