ALICE PAVAROTTI
Economia

La scure del protezionismo: “È presto per giudicare”. “No, impatto durissimo”

Le opinioni dei lettori, divisi sul tema: “Molte esportazioni dipendono dagli Usa. Siamo troppo legati a loro, a questo punto ripaghiamoli con la stessa moneta”. Ma c’è chi sostiene che una guerra commerciale non sia utile a nessuno

L’impatto dei dazi annunciati dal presidente Usa avrà ripercussioni anche sul commercio marittimo internazionale; nel tondo, Trump mostra la lista dei dazi

L’impatto dei dazi annunciati dal presidente Usa avrà ripercussioni anche sul commercio marittimo internazionale; nel tondo, Trump mostra la lista dei dazi

Bologna, 4 aprile 2025 - “Il giorno della liberazione. Il giorno in cui l’America ricomincerà a essere benestante”. Con queste parole il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione dei dazi, che entreranno in vigore ufficialmente il 9 aprile. Abbiamo chiesto ai cittadini bolognesi se ritengono che questa decisione avrà un impatto sull’economia a livello nazionale, regionale e locale e quale strategia reputano più adeguata. Le opinioni sono varie: c’è chi è preoccupato, chi pensa che si debbano imporre contro dazi, chi propone strategie alternative. Molti, però, non sono ancora ben informati sul tema.

“Sono contraria ai dazi perché molte esportazioni italiane dipendono dagli Usa. Ho vissuto lì tempo fa e credo che negli ultimi dieci anni siano cambiati radicalmente. Ora, oltre ai confini fisici, stanno imponendo barriere economiche con ripercussioni su tutta Europa. Siamo troppo dipendenti dagli Stati Uniti e dovremmo puntare su un’economia più autonoma a livello europeo e nazionale”, afferma Daria Bondavalli. Anche Marco Raccagni è contrario ai dazi: “L’impatto sarà duro sulla nostra economia e sui settori della nostra regione, mi riferisco al mondo dell’automotive e della componentistica, dunque la preoccupazione c’è. I contro dazi potrebbero essere controproducenti”.

Lorenzo Parenti, pur fiducioso nei provvedimenti del governo italiano, riconosce le possibili difficoltà: “Sicuramente i dazi avranno un impatto anche a livello nazionale e locale, ma il governo ha detto che prenderà provvedimenti in merito e siamo fiduciosi che potranno alleggerire l’impatto. Iniziare una guerra commerciale non ha senso e non va a beneficio di nessuno, servono azioni di dialogo”. C’è chi invece sarebbe per applicare contro dazi come Donatella Mari: “Mi sembra inevitabile che anche l’economia di Bologna e dell’Emilia-Romagna ne risenta, soprattutto per le produzioni che esportano all’estero. Se noi non agiamo allo stesso modo, il danno sarà doppio”. Dello stesso parere Claudio Ambrosecchia: “Penso che vedremo gli effetti dei dazi anche in base a come reagiremo. A livello europeo si potrebbe rispondere con dazi altrettanto significativi”. Mariele Lodi preferisce aspettare di vedere come si evolverà la situazione: “Ho sentito la notizia, c’è un po’ di preoccupazione perché ancora non possiamo sapere quale sarà la ricaduta su industrie, aziende e sul commercio della nostra regione e città”. Anche Gregorio Savini è cauto: “Si vedrà col tempo cosa succederà. È successo già molte volte che si facciano previsioni troppo catastrofiche o troppo ottimistiche, e poi invece nella realtà le cose si evolvono in modo diverso”.

Luca Battaglia condivide una visione simile: “In parte erano scontati, sembra che siano stati più pesanti di quanto il mercato prevedesse, tant’è che credo che la borsa stia crollando sia da loro che da noi. Ovviamente la manifattura italiana si troverà in difficoltà, poi vediamo come si assesta, magari ci saranno contromisure, è tutto ancora da vedere. Non sono in generale belle notizie per il libero scambio dei prodotti del mondo”.

Più ottimista è Lorenzo Pelli, che evidenzia anche le difficoltà per il mercato americano: “I dazi avranno un impatto iniziale, ma nel lungo periodo, settori come l’agroalimentare dell’Emilia-Romagna, pur subendo un colpo iniziale, riusciranno a gestire la situazione. Prodotti di alta qualità come il parmigiano reggiano continueranno a essere richiesti, nonostante un possibile aumento dei prezzi. Rispondere con dazi reciproci non sarebbe vantaggioso, entreremmo in un circolo vizioso a danno di entrambe le parti. La strategia di Trump di trasferire la produzione in America richiede anni e quindi credo che questa misura avrà effetti negativi anche sull’economia statunitense.