Sonia Bonfiglioli imprenditrice dell'anno

Prima volta di una donna, riconoscimento anche a Bernardi (Illumia)

Sonia Bonfiglioli (Ansa)

Sonia Bonfiglioli, presidente di Bonfiglioli Spa.

Bologna, 21 novembre 2018 - Sonia Bonfiglioli, presidente e amministratore delegato di Bonfiglioli Riduttori, è il vincitore nazionale del premio ‘L’imprenditore dell’anno’ di Ey. È la prima donna in 22 anni a ottenere il riconoscimento, riservato a imprenditori italiani alla guida di aziende con un fatturato di almeno 25 milioni di euro che abbiano saputo creare valore, con spirito innovativo e visione strategica, contribuendo alla crescita dell’economia.

Bolognese e ingegnere meccanico, Sonia Bonfiglioli è l’imprenditrice dell’anno 2018 «per aver portato, con determinazione e tenacia, il gruppo, fondato dal padre nel 1956, ad affermarsi come una realtà mondiale fra le più importanti del proprio settore – recita la motivazione della giuria –. Capace di raccogliere e affrontare le sfide dettate dai tempi promuovendo ricerca e innovazione, ponendo sempre al centro il fattore umano».

Ma c’è anche un altro imprenditore bolognese premiato: è Marco Bernardi di Illumia, scelto nella categoria Innovation & Digital transformation. «Una sorpresa – spiega Bernardi – anche perché noi vendiamo energia elettrica e gas e non possiamo offrire un’innovazione di prodotto in quanto tale: è stata premiata un’attitudine, la nostra capacità di creare un ambiente che cerca di stimolare l’innovazione partendo dall’attenzione alle persone. Siamo stati i primi a vendere l’energia abbinandola alle lampadine a led.

Ecco, dai led alla creazione di una società che vende energia elettrica solo tramite internet, si sono rivelate vincenti le idee di persone che vengono dal basso». Una dedica? «Penso alla persona che mi ha mostrato per la prima volta l’innovazione, mio padre. E a chi sollecita questo spirito ogni giorno: la mia famiglia, i miei collaboratori». 

Sonia Bonfiglioli: "Il segreto? La persona al centro"

Se l’aspettava? «Onestamente no. Mi piaceva l’idea di partecipare. Poi sono stata premiata io...». Sonia Bonfiglioli, presidente e amministratore delegato di Bonfiglioli Riduttori, è stata appena nominata da Ey imprenditore dell’anno. È felice per il riconoscimento, eppure il suo pensiero è rivolto agli altri più che a se stessa. «Alle persone che sono in azienda e anche alle imprese che rendono grande il nostro manifatturiero», precisa. Lei è la prima donna a vincere il premio in 22 edizioni. Che effetto le fa?  «Non credo sia particolarmente importante quest’aspetto. Contano la persona, il merito, le competenze, l’impegno». Ecco, persona: parola che ripete spesso. «Dopo il 2010 abbiamo riscoperto l’importanza del manifatturiero. Il sistema italiano è forte ed è un riferimento, qui il settore è cresciuto del 5% e in Germania del 4%. Ecco, io credo che il premio sia allo spirito imprenditoriale, più che all’imprenditore. Questo spirito caratterizza noi italiani. E ce l’hanno anche i dipendenti, che ogni giorno cercano di crescere e fare sempre meglio senza accontentarsi. È la nostra forza». Nelle motivazioni si fa riferimento alla sua capacità di innovare ponendo al centro il fattore umano. Come si fa? «L’ultima sfida è il digital re-training. Il digitale è una sfida strategica non solo in termini di prodotto o di processo, ma anche in termini di approccio mentale. Questa trasformazione può essere temuta da chi non è nativo digitale. E allora si tratta di dare alle persone gli elementi per comprendere il cambiamento, facendo in modo che se ne sentano parte perché diventino loro stessi motori di tale cambiamento. Avvertiamo come nostra questa missione». Ma quale è stato il suo primo pensiero quando ha ottenuto il premio? «Ho pensato a mio padre (Clementino, il fondatore dell’azienda, ndr). È come se lui fosse qui con me».  Bonfiglioli Riduttori è presente con i suoi prodotti in tutto il mondo. Quali progetti per il futuro? «La crescita deve essere sana, il riconoscimento al lavoro svolto. Un risultato, non un obiettivo da raggiungere a tutti i costi. È ciò che vogliamo continuare a fare».

 

 

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