Stipendi Bologna, la fotografia: operai e dirigenti separati da 400 euro al giorno

Salari a confronto in città e provincia: si va da un minimo di 80 euro lordi ai quasi 500 guadagnati da un manager di azienda

Stipendi a Bologna, il grafico

Stipendi a Bologna, il grafico

Bologna, 15 giugno 2022 -  Quattrocento euro al giorno. È la differenza tra la paga di un operaio medio della provincia di Bologna e un dirigente. La media (si parla di lordo) è calcolata ‘alla grossa’, ovvero dividendo le retribuzioni totali prodotte sul territorio per il numero di giornate lavorate. Una bella forbice: un operaio guadagna sugli 80 euro lordi giornalieri, ed ha una busta paga di quasi sette volte più bassa di un dirigente (493 euro). Numeri che colpiscono, non diversi peraltro da quelli di altre città (a Milano, per dire, il divario supera i 450 euro).

In dettaglio , impiegati e quadri stanno in mezzo a questa piramide, rispettivamente con 104 e 211 euro circa al giorno (sempre lordi), mentre gli apprendisti stanno in fondo, con meno di 65 euro. Quello tra i vertici e la base di questa piramide, però, non è l’unica disparità che emerge dai dati elaborati dall’Osservatorio retribuzioni dell’Inps. L’altra, comunque molto forte, riguarda il genere. Tra gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici, infatti, la differenza può essere anche del 30%.

Un esempio? Prendiamo la categoria degli operai: la media giornaliera è di oltre 86 euro (sempre lordi), mentre quella delle colleghe femmine si ferma poco oltre i 61 euro. Anche nelle posizioni apicali il divario rimane: un dirigente uomo di un’azienda privata in provincia di Bologna è oltre i 500 euro al giorno di retribuzione media (il calcolo è sempre quello iniziale), mentre una donna non va oltre i 415 euro. Una differenza che - nonostante i contratti nazionali non dovrebbero fare differenze - trova la sua origine nel maggiore uso del part time (spesso obbligato) per le lavoratrici e nel diverso inquadramento di queste ultime (anche a parità di mansione) rispetto ai colleghi maschi.

Ma non solo. Se poi si passa alle categorie e si considera il reddito pro capite, la classifica dei redditi da lavoro del 2020 (in piena pandemia, e ciò può influire), si legge così: tra i dipendenti, quelli messi meglio sono i dipendenti statali, con 33.363 euro, seguiti dai privati con 25.681 euro, commercianti (22.712 euro) e artigiani (21.789). Operai agricoli e domestici sono in fondo, rispettivamente con 9.713 e 8.213 euro di reddito medio. Tra coloro che afferiscono alla gestione separata, poi, l’amministratore è in pole, con 52.641 euro annui, e stacca i professionisti con 20mila euro.

Nonostante questo, Bologna sugli stipendi si difende ancora: nei giorni scorsi, infatti, la Città metropolitana aveva diffuso il reddito complessivo medio per contribuente in città e provincia, che ammonta nel 2020 a 25.934 euro.

E’ vero , cala dell’1% rispetto al 2019, ma resta più alto del 9,5% rispetto al dato regionale (23.684) e del 20,3% a quello nazionale (21.566). Fra i Comuni, restano invariate le posizioni di testa degli anni precedenti: il reddito medio più alto si registra a San Lazzaro di Savena con 29.484 euro, seguito da Bologna con 28.249 e Zola Predosa con 27.393. Così come invariate restano le ultime posizioni: fanalino di coda è Castel d’Aiano (20.279 euro), poi Lizzano in Belvedere (20.331) e Galliera (20.645).

 

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