Superbonus addio, 5mila aziende a rischio a Bologna

Il titolare della Decorart: "L’esecutivo riveda la sua decisione. Noi abbandonati, ci hanno bloccato un milione di euro"

Superbonus addio, aziende a rischio

Superbonus addio, aziende a rischio

Bologna, 18 febbraio 2023 – “Prima l’incertezza, ora il decreto del governo che porterà tanti danni a chi lavora". Francesco D’Agostino, titolare della Decorart, azienda di costruzioni di Castello d’Argile, saputo del dietrofront sugli incentivi edilizi da parte dell’esecutivo, è molto preoccupato.

Che cosa rischia la sua impresa?

"A noi serve programmare. Questo decreto ha impatti importanti su chi opera nell’edilizia, ma anche per tutto l’indotto, penso a chi fa serramenti o impianti, agli idraulici etc... La mia azienda è piccola, ha solo sette dipendenti, ma abbiamo un milione di euro bloccato nel cassetto fiscale. Una bella cifra per un’impresa come la nostra...".

Insomma, un grosso danno...

"Di fatto con quei crediti incagliati non abbiamo più liquidità e quel milione di euro, in pratica, è come non averlo più... L’unico vantaggio, essendo un’azienda piccola, è che non abbiamo accettato lavori senza rassicurazioni sulla possibilità di cedere il credito. In pratica, abbiamo rischiato poco, visto che non ce lo possiamo permettere".

Cna parla di 5mila aziende in sofferenza e di queste molte potrebbero essere a rischio chiusura. Condivide queste stime ?

"Eccome. Saranno 2.500 aziende edili e altrettante dell’indotto. D’altra parte con lo stop alla cessione del credito, i cantieri non partono e c’è il rischio che quelli del Superbonus già partiti non procedano. Insomma, un bel problema, che ricade anche sui privati, sulle famiglie che, magari, all’improvviso si ritrovano con i lavori lasciati a metà".

Crede che il governo abbia sbagliato?

"Noi non ne possiamo più di continui aggiornamenti normativi. Già con il governo Draghi sono state cambiate più di una decina di volte le carte in tavola, ora si modifica drasticamente il sistema degli incentivi... così è come abbandonare le imprese".

Qual è la soluzione?

"Ah non lo so. Che cosa facciamo? Organizziamo uno sciopero fiscale e non paghiamo più le tasse? La situazione è davvero complicata".

Che cosa si aspetta dall’esecutivo?

"Mi auguro che torni indietro rispetto a questa decisione. E ci dia un po’ di respiro, almeno su quei crediti incagliati nel cassetto fiscale. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma anche l’esecutivo e banche devono fare la loro".

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