Bologna, 25 febbraio 2023 – Il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura relativi al Superbonus 110% (stabiliti dal Decreto 11/2023) potrebbero mettere a rischio, nel Bolognese, qualcosa come cinquemila imprese tra edili e collegate al comparto.
Le aziende del settore attive al 30 giugno 2021 erano 12.848 secondo la rilevazione della Camera di Commercio di Bologna, cresciute dell’1,7% nei primi sei mesi dell’anno: 15 imprese bolognesi su 100 sono imprese di costruzione. Sono 3.225 le imprese edili straniere e rappresentano il 25% delle imprese di costruzioni attive. Ogni 100 imprese edili 7 sono gestite da under 35, mentre 3 impresa edili su 4 opera nell’ambito dell’artigianato. Le donne che scelgono di fare un’impresa edile sono 748, il 5,8% delle imprese di costruzione attive.
Per cercare di arginare una possibile, devastante, crisi del settore la Regione ha incontrato associazioni di categoria, imprese, banche, sindacati e cooperative.
Al termine gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico) e Paolo Calvano (Bilancio) hanno manifestato "grande preoccupazione per l'impatto su un settore così strategico per la tenuta economica, per gli effetti sull'indotto e sul tessuto sociale. La situazione rischia di diventare ingestibile se non si arriverà a una soluzione in tempi rapidi: per questo, la riunione di oggi diventerà un tavolo di crisi permanente.
Nel territorio dell’Emilia-Romagna operano circa 10.000 imprese nel settore edile, gli addetti sono 65.000 e risultano aperti migliaia di cantieri: la mole degli interventi, finora eseguiti, ha raggiunto quota 5,717 miliardi: il 9% del totale nazionale (65 miliardi). La priorità, fa sapere la Regione, è salvare dal fallimento le aziende, e conseguentemente i posti di lavoro, visto che le banche non sono più disponibili a comprare i crediti, accumulati dalle imprese stesse per i lavori già realizzati, avendo dichiarato di aver esaurito lo spazio fiscale. "Formalizzeremo al governo gli esiti del tavolo, a partire dalla grande preoccupazione, dal bisogno di velocizzare i tempi per trovare una soluzione, dall'esigenza di una scelta tecnico-finanziaria in grado di mettere in sicurezza i 19 miliardi circa di crediti fiscali 'incagliati' già emessi", hanno sottolineato gli assessori.
All'incontro erano presenti i rappresentanti regionali di Confindustria, Ance, Cna, Confartigianato, Tavolo banche, Unioncamere, Anci, Upi, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Legacoop, Confcooperative, Agci, Confapi, Cup, Confprofessioni, firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima.
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