Bologna fucina di talenti, in Italia è seconda

La città dipinta da Gtci è in grado più di altre di stimolare i 'buoni' cervelli. Unico neo sono gli stipendi che non raggiungono quelli del Nord Europa

Ricercatore (immagine d'archivio)

Ricercatore (immagine d'archivio)

Bologna, 22 gennaio 2019 - Fucina di talenti, seconda in Italia solo a Roma per capacità di attrarli e coccolarli. È una Bologna in grado più di altri di stimolare i buoni cervelli quella dipinta dal Gtci, uno studio sul tema connesso all'analisi delle nascenti smart cities e presentato a Davos in occasione del World Economic Forum.  Condotta da The Adecco Group, Insead e Tata Communications, l'analisi ha coinvolto 114 città, considerate più importanti delle nazioni che le ospitano dal punto di vista della produzione di politiche volte a promuovere e ad attirare il talento, e Bologna non ha certo sfigurato. 

Seconda delle italiane dietro la capitale (64esima), la nostra città si è infatti piazzata al 71esimo posto , precedendo Milano (73esima) e Torino (79esima) in una graduatoria che, pur non sorridendo all'Italia, dimostra l'importanza di un'università conosciuta in tutto il globo. Ad abbassare la media, invece, sotto le Due Torri come nel resto del Belpaese, sono stipendi che non raggiungono i livelli dei Paesi del Nordeuropa e un substrato culturale ancora troppo incline, secondo lo studio, a discriminazioni di genere e di altra natura. 
 
“Questi risultati confermano ancora una volta come la strada per permettere all’Italia di tornare ad essere un paese all’avanguardia nell’ambito dell’attrazione e fidelizzazione dei talenti sia ancora molto lunga”, ha commentato Andrea Malacrida, Amministratore Delegato di The Adecco Group Italia, che ha indicato in "innovazione e occupabilità" i principali obiettivi da perseguire per le istituzioni italiane. 
 
 
 
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