Top 500 aziende Bologna, la classifica per fatturato

In edicola giovedì 6 dicembre con il Carlino. Nelle prime posizioni Hera, Coop Alleanza 3.0, Centrale Adriatica, Yoox e Coesia

L'inserto del Carlino Top 500

L'inserto del Carlino Top 500

Bologna, 5 dicembre 2018 - Il fior fiore delle aziende bolognesi raccolto in poche pagine, perché solo seguendo gli esempi virtuosi si può insistere sulla strada di una crescita che, stando a quanto racconta l’Istat, anche sotto le Due Torri è a forte rischio. È un 2017 di segno positivo, nonostante le ombre che si addensano sul 2018, quello attraversato dai 500 gruppi industriali e imprese piazzatisi nella Top 500 (FOTO), la classifica redatta da QN-il Resto del Carlino con il contributo di Alma Mater, Pwc, Confindustria Emilia Area Centro e Ordine dei Dottori Commercialisti in edicola giovedì 6 dicembre e presentata nelle sale della fondazione Fashion Research Italy.

A guidare il gruppo, seguendo le indicazioni del fatturato, sono state Hera, Coop Alleanza 3.0, Centrale Adriatica, Yoox e Coesia, seguite da Ima, Sacmi, Conad, Brt e Granlatte, la controllante della Granarolo, con la sola Coop Alleanza 3.0 che segnala un lieve calo dei ricavi. Al netto delle buone prestazioni fatte segnare nell'ultimo triennio, nelle parole del direttore del Clamep dell’Università di Bologna, Marco Maria Mattei, “sotto ogni parametro valutabile e anche da chi occupa le ultime posizioni in graduatoria”, le principali preoccupazioni di amministrazione e mondo industriale sono però rivolte a quanto potrebbe accadere in futuro.

Prova ne sia quanto affermato dall'assessore all’Economia del Comune, Matteo Lepore, che segnala “venti di deresponsabilizzazione sovranisti e protezionistici capaci di mettere a rischio quanto di buono si faccia qui” o quanto sostenuto da Alberto Masotti, presidente di Fri ed ex patron de La Perla. “Parlando del mio settore, quello della moda, mi disorienta l'atteggiamento dei miei colleghi, troppo presi da dinamiche individualiste e poco propensi a innovare - ha sottolineato Masotti -, mentre un tempo erano i migliori ambasciatori del made in Italy nel mondo”.

La via d'uscita, a parte le speranza in più incisive azioni governative, passa ancora, secondo gli industriali, dalla caparbietà nel fare squadra e, secondo Lepore, “dal coraggio che la politica locale mostrare sui fronti di investimenti, infrastrutture e innovazione”.

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