Bologna, con Vintag lo stile è a portata di clic: un’app per acquistare icone della moda

La fondatrice è la bolognese Francesca Tonelli. Già 7.500 utenti

Francesca Tonelli, 35 anni, fondatrice dell’app Vintag

Francesca Tonelli, 35 anni, fondatrice dell’app Vintag

Bologna, 12 dicembre 2017 - Dal bottone vintage di Chanel, da un euro, alla borsa Kelly di Hermes da 11.500 euro. In questo range di prezzi si trovano circa 15mila oggetti in vendita. Rigorosamente vintage. Il catalogo virtuale si consulta su smartphone e tablet grazie a ‘Vintag’, un’app di social shopping tutta italiana con sede a Bologna. Uscita a maggio negli store (al momento Apple Store e Google Play), ‘Vintag’ «ha già più di 7.500 utenti registrati, che hanno comprato, venduto o pubblicato almeno un articolo, circa 18mila contatti medi quotidiani e 200 negozi specializzati», spiega Francesca Tonelli, 35 anni, bolognese, seller di moda e fondatrice dell’app. Numeri che, afferma, «hanno già messo ‘Vintag’ nel mirino di alcuni venture capital, non solo italiani. Ci stiamo pensando, stiamo valutando le proposte, ma il nostro desiderio sarebbe quello di rimanere a Bologna».

 

La piattaforma, gratuita, è frequentata da appassionati di vintage, modernariato, antiquariato e collezionismo. Si trova di tutto: abiti, oggettistica, arredamento. Non mancano articoli curiosi e unici, come lampade industriali rimesse a nuovo, insegne anni ‘50 e oggetti iconici come una Vespa anni ‘60. «La nostra unicità – spiega la Tonelli – è quella di puntare solo sul vintage vero. Che non è second hand ed è diverso da usato o vecchio. Un oggetto vintage in passato ha rappresentato una generazione e un’epoca diventando icona di quel tempo». Ma ‘Vintag’ non è soltanto una piattaforma dove vendere o acquistare. È anche un luogo «dove incontrare collezionisti, artisti, designer, stilisti, creativi e chi ama lo stile e la qualità dei tempi passati».

Il team di ‘Vintag’ ha un sogno. Restare a Bologna per creare qui un grande polo dedicato al vintage, «coinvolgendo istituzioni come l’Università e aziende che per noi sono un modello, fondate da imprenditori lungimiranti: come Yoox-Net-A-Porter, Furla o la neonata Fondazione Fashion Research Italy».

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