Battistini attacca i partiti, poi la frenata

Duro post sui social dell’imprenditore di area cattolica che lancia un suo progetto, ma lascia comunque aperta la porta alla coalizione

Fabio Battistini, imprenditore, con uno dei manifesti della sua campagna elettorale

Fabio Battistini, imprenditore, con uno dei manifesti della sua campagna elettorale

di Luca Orsi

Otto mesi fa ha lanciato la sua corsa solitaria da candidato sindaco civico. Mettendo a disposizione "disponibilità ed energie", giocandosi "la faccia davanti alla città". Con il sogno di "fare cambiare passo" a Bologna "sotto il segno netto della discontinuità rispetto all’amministrazione MerolaLepore".

Ieri Fabio Battistini – imprenditore nel campo dell’intermediazione della componentistica per l’industria, area cattolica – dopo l’ennesima giornata in cui attendeva l’appoggio del centrodestra alla sua candidatura a sindaco, e l’ennesima fumata nera, si è seduto al pc e ha postato su Facebook un durissimo atto di accusa all’indirizzo dei partiti della coalizione. Proprio quelli "che si definiscono di opposizione…".

Fra "tentennamenti, veti incrociati, litigi non celati", scrive Battistini, si sta confermando in queste ore "la loro incapacità conclamata a decidere". Così, la campagna elettorale contro il centrosdinistra, "che già si prospettava come una corsa in salita, si è trasformata in una scalata del decimo grado". E aggiunge, lapidario: "Non possiamo permetterlo".

Segue l’affondo, il cui tono ha spiazzato e irritato molti, nelle fila dei partiti messi sotto accusa. Al punto che qualcuno si è chiesto come sarà possibile, nel caso, appoggiare la corsa a sindaco di Battistini.

"Ci siamo stancati! Bologna che vuole cambiare non ne può più di questo misero spettacolo sulla nostra pelle", scrive Battistini. Poi il riferimento alle tensioni nel centrodestra sulle nomine del nuovo cda Rai, che si riflettono a cascata sulle questioni locali, contribuendo all’impasse nella scelta del candidato sindaco. "Bologna che vale meno di uno scranno nel cda Rai – tuona Battistini –. Questo modo di fare è una mancanza di rispetto a tutti i cittadini di Bologna, non solo agli elettori" di centrodestra.

"Non meritiamo questa offesa – aggiunge l’imprenditore –. Bologna come merce di scambio. Bologna come città a perdere. Non è di questo che abbiamo bisogno, non è di questo che ha bisogno la nostra amata Bologna. Basta, il tempo è finito".

Battistini spinge sull’acceleratore, cerca di svincolarsi dai partiti. Invita attorno a un tavolo quanti "hanno manifestato interesse a mettersi in gioco per il bene di Bologna: Manes Bernardini, Giancarlo Tonelli, Giovanni Favia, Andrea Cangini e Gian Luca Galletti". Convinto che "sapremmo esprimere un progetto e una candidatura che lo rappresenti nel giro di una mattinata. I partiti, poi, se lo vorranno, non troveranno di certo porte chiuse". Dagli invitati, fino a ieri sera, nessun commento.

Qualche ora dopo, un secondo post conferma la sostanza del primo, ma smussa i toni. Se i partiti del centrodestra "sapranno apprezzare il lavoro fatto in questi mesi, io accetto, da civico libero il loro appoggio", scrive Battistini. E chiede ai bolognesi "di appoggiare una squadra di persone libere e coraggiose per affrontare i gravi problemi che la giunta MerolaLepore ci lascia".

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