Comunali, due mesi di fuga per la vittoria. Seggi blindati, c’è l’incognita San Petronio

di Paolo Rosato

Ora è ufficiale: si voterà domenica 3 ottobre 2021 e lunedì 4 ottobre 2021, giorno di San Petronio. Un ponte che per i bolognesi sarà lunghissimo, visto che nella giornata dedicata al patrono saranno chiuse le scuole. Le stesse aule che saranno ovviamente impegnate per i seggi elettorali – le sezioni dovrebbero essere grossomodo intorno a 445, come cinque anni fa –, la competizioni alle urne servirà per rinnovare il Consiglio comunale e quindi dare un nuovo sindaco alla città di Bologna. La decisione sulla data non ha ancora la bollinatura ufficiale: manca il decreto, che verrà fuori in questi giorni dopo le sedute del Consiglio dei ministri. La scelta però, come anticipato ieri dal Resto del Carlino, è stata presa. Il 3 ottobre è una data congrua, perché permetterà verosimilmente di svolgere il primo turno in sicurezza, per poi avere la finestra del 17 ottobre per i ballottaggi, appena fuori (ma questa cosa il decreto la specificherà) la fascia temporale da tempo individuata per la sessione amministrativa del voto, ovvero quella tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Di sicuro il centrodestra avrebbe preferito una settimana in più per sviluppare meglio la campagna elettorale, ma la ragione è anche un’altra: "Incredibile che abbiano rinviato le elezioni quando a maggio il tasso del Covid era in calo – attacca Galeazzo Bignami di Fratelli d’Italia –. A giugno il Pd ha fatto le primarie, e oggi ci vengono a dire che il 10 ottobre è troppo tardi perché si alzano i contagi. Quindi il Covid non c’è solo per le primarie del Pd? E’ tutto assurdo". Da oggi però parte il conto alla rovescia per liste e firme da presentare. Di sicuro la politica teme l’effetto del ponte del Santo, in molti potrebbero approffittare del weekend lunghissimo e disertare a sorpresa le urne.

Il cronoprogramma

Votandosi il 3 ottobre, le firme per la presentazione delle liste dovranno essere presentate dai partiti 30 giorni prima. Quindi, la scadenza per tutti dovrebbe essere fissata – a meno di deroghe dell’ultim’ora – tra il 3 e il 4 settembre. La raccolta delle firme è comunque facilitata: le nuove normative permettono di scendere a sotto le 200 sottoscrizioni, un numero irrisorio.

Il Comune fa sapere che allestirà i seggi in piena sicurezza, e le file di attesa dove possibile saranno esterne. Confermato il non impiego di asili e materne. L’assessore Elena Gaggioli: "Credo sia doverosa, nel prossimo mandato, una riforma della pianta organica dei seggi – spiega la titolare delle Politiche per la famiglia e presidente della Commissione elettorale comunale –. Bisogna rivederli nel loro complesso, rispondendo anche ai cambiamenti urbani. Una riforma ci permetterà di fare alcuni spostamenti e di utilizzare quindi edifici pubblici diversi dalle scuole". Il Comune potrebbe, peraltro, organizzare i seggi per le prossime elezioni amministrative non divisi per sesso, ma per iniziali del cognome. Un’apertura alla proposta di Emily Clancy (Coalizione civica) è arrivata ieri proprio dall’assessore Gaggioli. "Concordo sulla necessità di trovare una soluzione, è ovvio che per un Comune come Bologna per il numero di iscritti alle liste elettorali che ha, organizzarsi in cosìbreve tempo è una sfida importante".

I partiti

I candidati sindaco sono cresciuti, ora sono sette. Effetto dell’arrivo di Stefano Sermenghi (Bologna Forum Civico). Gli altri sono Matteo Lepore (centrosinistra), Fabio Battistini (centrodestra), Marta Collot (Potere al Popolo), Dora Palumbo (Sinistra unita), Andrea Tosatto (Movimento 3V) e Luca Labanti (Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale). L’obiettivo, per tutti, è quello di avere le liste di sostegno pronte a fine agosto.