Fabio Battistini da mesi sull’ottovolante. La Lega lo vuole e lui già prepara lo staff

Tra veti e contro-veti, l’’imprenditore bolognese, 64 anni, ha sempre tirato dritto. E resta in pole position per il centrodestra

Fabio Battistini

Fabio Battistini

di Rosalba

Carbutti

Non è dato sapere se Fabio Battistini ami le montagne russe. Di sicuro l’imprenditore bolognese della Bidieffe-rappresentanze industriali, azienda commerciale nell’ambito della intermediazione della componentistica per l’industria, questi mesi li ha passati sull’ottovolante. Battistini sì, Battistini no. C’è un outsider, anzi no. Piace, non piace. La Lega lo vuole. Gli alleati nicchiano. Alla fine, però, potrebbe davvero essere lui il candidato del centrodestra. Che sia il favorito è assodato. E di sicuro è colui che da dicembre è ’sul pezzo’, pronto a correre sempre e comunque per Palazzo d’Accursio. Non ha mollato mai, infatti, neanche nelle ultime settimane in cui Andrea Cangini, senatore azzurro, ex direttore di Qn e Carlino, sembrava vicino alla meta. E anzi ha lodato il competitor dicendo che "avversario non è, perché è una persona che stimo".

Ieri per lui, bolognese, 64 anni, sposato con Caterina e con quattro figli, un’altra giornata di passione. La candidatura bolognese si è incastrata con il ddl Zan e la nomina del cda Rai, e l’ufficialità che doveva arrivare nel primo pomeriggio si è fatta attendere ancora. Un tam tam continuo di telefonate, rinvii, rassicurazioni, contatti in Aula tra Forza Italia e Lega, con Battistini che per tutto il pomeriggio ripeteva, con la calma che lo contraddistingue, "non ne so ancora nulla". Salvo, poi, far sapere che, in caso d’investitura, "servirà un tavolo politico prima che arrivi lunedì Salvini a Bologna. Perché io sono un candidato civico, vanno chiarite strategie e risorse. Insomma su che base si porterà avanti la mia candidatura si deve chiarire. E intanto vado avanti a definire lo staff".

D’altra parte l’imprenditore a questo tira e molla si è abituato. Prima è finito dentro gli scontri interni al centrodestra, poi a quelli dentro la Lega, oggi, invece, potrebbe spuntarla proprio per l’ostinazione di Matteo Salvini che punta su di lui e vuole civici in tutte le città al voto.

In campo da dicembre con la sua lista ’Bologna mi piace’, mentre i partiti ballavano (e si scontravano), in città comparivano i cartelloni con il suo slogan ’Dai Mò’. Mentre si parlava insistentemente di Gianluca Galletti, possibile candidato del centrodestra (poi lo stesso ex ministro ha fatto sapere di non essere della partita), lui faceva la sua gara: "Io vado avanti. Il mio programma ce l’ho", ripeteva solo come uno sportivo sa fare. Amante del basket, di cui è stato giocatore, tifa Bologna ("ho un cuore rossoblù e un abbonamento nei distinti").

Nel frattempo continuava la girandola di nomi: l’ex grillino Giovanni Favia, l’azzurra Ilaria Giorgetti, infine l’editore di Minerva Roberto Mugavero che ha resistito qualche settimane nel borsino delle candidature.

Il mite Battistini è rimasto in attesa. Ma fino a un certo punto. Domenica, infatti, ha fatto sapere che lui la campagna elettorale la iniziava. In campo da dicembre con il movimento ‘E’ lanciato con l’amico poeta Davide Rondoni e l’ex assessore guazzalochiano Paolo Foschini, è cattolico, cofondatore della Consulta delle associazioni familiari (che ha anche presieduto). L’impegno politico inizia nel 2009, quando Alfredo Cazzola, candidato civico del centrodestra, lanciò la sua possibile giunta in caso di vittoria: Battistini avrebbe ricoperto la casella dell’assessorato alla Famiglia.

Nel 2010, invece, aderì al movimento dell’eurodeputato Magdi Cristiano Allam, ‘Io amo l’Italia’, lanciando la versione locale ‘Io amo Bologna’. Negli anni Novanta è stato simpatizzante di Alleanza nazionale. Racconta sul suo sito di aver perso il padre a 13 anni, ma di ricordare di essere stato educato "all’amore per la Patria e all’odio per l’Inter" (negli anni del famoso spareggio per il 7° scudetto…). Sogna di diventare sindaco perché Bologna merita "un cambio di passo. L’immagine del crollo di un albero senza radici in Piazza Minghetti è il tragico specchio di una città allo sbando. Il Pd senza radici e senza timone è una barcone alla deriva", ha detto un paio di giorni fa.

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