Giorgia Meloni: "Sicurezza, si deve fare di più. Partita aperta, a Bologna si può vincere"

Intervista alla leader di FdI, che oggi sarà in piazza Galvani: "Molti sono ancora indecisi su chi votare, dobbiamo convincerli"

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Bologna, 26 settembre 2021 - Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sbarca in piazza Galvani a Bologna. Cosa significa e quale messaggio vuole lanciare ai bolognesi verso il voto amministrativo?

"Per far sentire le nostre proposte ai bolognesi e i nostri programmi per la città. Senza filtri, senza che siano altri a raccontarci. Venendo in Piazza Galvani potranno sentire i nostri progetti e le nostre idee. E credo sia per questo che chi oggi governa Bologna ha cercato di relegarci lontano dal pieno centro della città. Per paura che i bolognesi possano sentire, ascoltarci e condividere".

Bologna è contendibile? I sondaggi per ora sono impietosi e dicono che un ballottaggio è lontano per Fabio Battistini.

"Non guardiamo i sondaggi quando ci premiano e neanche quando dicono altro. Quello che conta è il risultato nelle urne. Di sicuro c’è che in tutte le rilevazioni di queste settimane un numero significativo di bolognesi si è dichiarato indeciso o non ha voluto rispondere. La partita è tutt’altro che chiusa e questa settimana sarà fondamentale, come ci aspettavamo. D’altronde se avessi ritenuto Bologna persa in partenza, non avrei scelto di venire sotto le Due Torri per l’ultima domenica di campagna elettorale".

Qual è l’obiettivo di Fdi a queste elezioni? Avete la possibilita di essere il primo partito del centrodestra.

"Abbiamo la possibilità di vincere e migliorare la vita dei bolognesi e degli altri abitanti delle città in cui finalmente si vota. Questo è il nostro obiettivo. Poi certo, sentiamo anche a Bologna sempre più l’affetto e la fiducia della gente e questo ci fa piacere. Ma per noi non è importante prendere un voto in più degli alleati, ma un voto in più degli avversari".

Un tema caldo è quello della sicurezza, recentemente spinto anche dal candidato del centrosinistra Matteo Lepore e dall’estrema sinistra. Ipocrisia o azione positiva?

"Mi piacerebbe credere nella loro sincerità, ma mi domando: dove era il candidato sindaco del centrosinistra in questi dieci anni in cui ha governato la città? Perché quando noi davamo voce ai bolognesi chiedendo più sicurezza non è stato fatto nulla, accusandoci addirittura di creare allarmismi? Invece ai problemi ormai consolidati come ad esempio la Bolognina o Piazza Verdi si è aggiunta una recrudescenza di insicurezza e degrado in tante zone di Bologna, come Pilastro, Barca e potrei continuare a lungo. E non penso cambierà molto se si confermasse il centro sinistra, visto che in quella coalizione c’è chi, come l’estrema sinistra, nega l’esistenza di un tema sicurezza nelle città italiane, non rendendosi conto che in realtà questo problema colpisce tutti e in particolare proprio le fasce più deboli".

Lo spaccio di droga dilaga, recentemente anche il procuratore Giuseppe Amato ha rilanciato l’allarme. Come intervenire nei giorni in cui si parla di legalizzazione delle droghe leggere?

"Intanto va detto che non esistono droghe leggere o pesanti. Le droghe sono droghe. E non lo dico solo io, ma anche il Procuratore Gratteri che ha spiegato recentemente come la legalizzazione non sia una risposta, ma un’elusione del problema. Bisogna essere chiari: l’uso di qualsiasi droga, pur in minima quantità, determina danni irreparabili a chi l’assume. Anche solo pensare che lo Stato possa trarre danaro da tutto ciò e divenire mercante di morte lo trovo agghiacciante. Ha ragione il Procuratore Amato: l’uso di sostanze stupefacenti va impedito in maniera attiva".

La pandemia ha segnato un aumento delle disuguaglianze. Come intervenire?

"Individuando le fragilità, quelle vere, e cambiando approccio, passando da una politica meramente assistenziale ad una che dia incentivi alle famiglie, sostegno alla natalità e aiuto alle imprese che creano lavoro riducendo l’imposizione fiscale. Anche in città come Bologna stanno emergendo sempre più queste fragilità. Mi sembra che invece che coinvolgere le tante energie positive che vorrebbero partecipare alla ripresa, chi governa Bologna sia sempre più concentrato su se stesso, preoccupato di escludere chi non è omologato al sistema di potere per conservare rendite di posizioni che, soprattutto in questa situazione di crisi, non sono più ammissibili".

Diversi vostri volontari e attivisti sono stati aggrediti. Perchê questo clima d’odio?

"Perché a Bologna la sinistra non è così democratica e tollerante come qualcuno racconta. I nostri volontari sono presenti nelle strade, nelle piazze, tutto l’anno e non soltanto in campagna elettorale. Raccolgono le istanze dei cittadini e si confrontano con loro, dando risposte alle loro richieste. Per la sinistra questo è insopportabile, perché queste risposte non riesce più a darle, impegnata in lotte intestine che nulla hanno a che fare con l’interesse pubblico e che anzi sfruttano l’energie della città per accrescere le loro guerre di potere".

Bologna è da sempre conosciuta come la rossa, anche se ha avuto una pausa di governo della sinistra con Giorgio Guazzaloca. C’è spazio o ci sono nuovi spazi per la destra?

"In realtà è detta ’la rossa’ per i tetti in cotto, per il colore delle mura medievali. Poi la sinistra si è appropriata di questa caratteristica connotandola politicamente. Ecco, penso che in questo ci sia un po’ la sintesi di Bologna, che ha qualità che la rendono eccezionale, di cui qualcuno si è impossessato spacciandole come proprie, come se fossero suoi meriti. Invece credo che Bologna sia una città con grandi energie e qualità non grazie al Pd, ma nonostante il Pd. E che se si liberasse da questa cappa, riuscirebbe ad aprire ancor più le ali. Auspico che i bolognesi il 3 e 4 ottobre lo comprendano e ci diano fiducia".

 

 

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