I negozi ai candidati: "Periferie abbandonate"

Il nostro reportage nel mondo del commercio. "Basta grandi catene, puntare su cultura e vicinato". E c’è chi boccia la linea tranviaria

A causa della pandemia sono stati tanti gli esercizi commerciali che non hanno riaperto

A causa della pandemia sono stati tanti gli esercizi commerciali che non hanno riaperto

di Paolo Rosato

Da Corticella a via d’Azeglio, i commercianti sembrano essere una cosa sola: bisogna unire la città, non spaccarla. E’ anche un messaggio ai primaristi del centrosinistra, quello che viene fuori dal tour del Carlino tra varie attività della città. In tutto sei, lo stesso sentimento: una puntuale ricucitura centro-periferia. E non solo. "La nostra categoria spesso e volentieri è stata strumentalizzata – spiega Vincenzo Vottero, chef di Vivo Taste Lab in viale Silvani –. E il salto di qualità che Bologna oggi può fare è strettamente legato a noi, il rilancio del turismo è intrecciato a doppio filo al comparto enogastronomico: il prossimo sindaco ne tenga conto". Critico sulla realizzazione del tram è invece Marco Cremonini di Cremonini Elite, in via d’Azeglio: "Chiedo ai candidati di sospendere i lavori per il tram, perché nelle zone interessate porteranno danni: tanti negozi hanno già chiuso, non vorrei che ne chiudessero altri". Pochi metri prima c’è la gioielleria Sforza. "Bisogna tornare ai livelli pre-Covid – sottolinea Pierluigi Sforza –, soprattutto per quanto riguarda il turismo. Poi focus sulla sicurezza, e un miglior collegamento tra centro e periferia".

Bologna, i commercianti e la politica: "Non abbandonate le periferie"

Proprio dalla periferia, via Massarenti, arriva la richiesta d’aiuto di Pier Paolo Bedosti, titolare dell’omonimo negozio di abbigliamento. "Come commercianti ci sentiamo abbandonati rispetto al centro? Certo – sottolinea –. Bisogna recuperare il vero significato di ‘negozio di vicinato’, perché ormai i punti vendita simili si moltiplicano e alla fine le persone sono costrette a uscire dalla città. La periferia si svilisce e aumenta l’inquinamento". "A me piacerebbe che l’amministrazione facesse delle vere campagne di promozione culturale per i negozi di vicinato. Basta politici che stringono le mani all’inaugurazione di strutture della grande distribuzione", chiede Silvia Storelli dalla sua Bottega in via Vittorio Veneto. D’accordo Valerio Gardosi del Blues Cafè di via Bentini: "Con più iniziative culturali e legate allo spettacolo, in periferia, si aggregherebbero più persone portando benefici al commercio".

 

 

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