Da quando non c’è più il blocco dei licenziamenti, due o tre lavoratori al giorno perdono il posto. A lanciare l’allarme sono i sindacati confederali, che si rivolgono direttamente a Confindustria. Questa sottile operazione, messa in campo da alcune importanti aziende del territorio, non è tanto diversa dai licenziamenti collettivi. "A Bologna ancora non si vedono gli effetti dello sblocco dei licenziamenti. Ma se ogni giorno un lavoratore viene licenziato, alla fine il risultato sarà lo stesso", spiega il segretario della Uil di Bologna e dell’Emilia Romagna, Giuliano Zignani, che ha presentato insieme ai segretari della Cgil e della Cisl di Bologna, Maurizio Lunghi ed Enrico Bassani (nella foto a fianco, i tre assieme), la loro piattaforma ai candidati sindaci in vista delle comunali. "I licenziamenti sono regolari, ma se aggiungi ai 4.000, che hanno già perso il lavoro nell’ultimo anno e mezzo, quei due o tre che ogni giorno vanno al patibolo, i problemi arrivano", commenta Zignani.
L’amministrazione comunale sarà chiamata a valorizzare il lavoro, tema centrale del documento, contrastando la precarietà. "Siamo aperti al dialogo e pronti a confrontarci con tutti i candidati sindaci" aggiunge il segretario della Cisl, Enrico Bassani. Tra i tanti temi messi in evidenza dai sindacati c’è anche un nuovo sistema di welfare, con il decollo della sanità territoriale e il potenziamento dell’integrazione socio-sanitaria. Infine un capitolo è dedicato all’emergenza abitativa, a partire dal problema degli affitti brevi e dell’accoglienza degli studenti dell’Università di Bologna.
"La pandemia ha dimostrato che la formula secondo cui il mercato avrebbe regolato la vita di tutti non funziona – conclude Lunghi –. Dobbiamo sfruttare la sfida davanti alla quale ci ha messo il Covid per rilanciare la battaglia contro le disuguaglianze e la povertà".
Amalia Apicella
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