Lepore: "Aziende così devono essere punite"

Il sindaco metropolitano alla Casona, davanti ai duecento lavoratori "Tradito un intero territorio". Con lui i primi cittadini della Montagna

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"Non è questo il modo di trattare in Emilia-Romagna, a Bologna. Le aziende di questo tipo vanno assolutamente penalizzate e occorre una legge nazionale sulle delocalizzazioni". Il sindaco Matteo Lepore, ribadisce la sua scelta di campo sulla vertenza della Saga Coffee davanti ai lavoratori. Lo fa di mattina, salendo a Casona a una settimana dall’inizio del presidio no stop dei dipendenti. Ad aspettarlo saranno oltre 200, una massa che ha una prevalenza di verde: le magliette delle operaie che protestano contro la "vergogna" della chiusura dell’ex Saeco vending, il ramo delle macchine per caffè professionali di proprietà di Evoca Group dal 2017. Lepore parla di "tradimento del territorio, che ha sostenuto questa azienda". E striglia il Parlamento: "La smetta di parlare solo di se stesso e invece si occupi del lavoro". Parole pronunciate a margine ma, con il microfono in mano, aveva espresso gli stessi concetti. Intorno a lui ci sono i sindaci della montagna: Castiglione, Castel di Casio, Alto Reno Terme, Marzabotto, San Benedetto, Monzuno, Grizzana, Vergato, Castel d’Aiano, Lizzano, Gaggio Montano, Camugnano e, dall’altro versante dell’Appennino, Sambuca Pistoiese. Una ‘squadra’ con una punta: "Sono qui come sindaco metropolitano ma soprattutto come sindaco di Bologna, dovete sapere che voi siete Bologna per noi. Non siete un’altra città", scandisce Lepore. "Sono qui per dirvi che tutti i cittadini bolognesi sono al vostro fianco", promette. Primo Sacchetti, funzionario della Fiom, chiede che venga assegnata la delega dell’Appennino: sarà accontentato nei prossimi giorni. Il sindaco di Gaggio Montano, Giuseppe Pucci, saluta i suoi concittadini: "Siamo cresciuti insieme, ricordo quando siete andati a lavorare alla Saeco. Mi ricordo il senso di appartenenza che avevate". E Maurizio Fabbri, presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino, serra le fila: "Qui si combatte la battaglia di tutto l’Appennino". Le dipendenti ascoltano, applaudono anche. Ma avvertono: il credito non è illimitato. "Non abbiamo più bisogno di pacche sulle spalle. Abbiamo bisogno di riavere la nostra dignità, non chiediamo altro", gli dice Francesca. "Ci sentiamo derubati di tutto in casa nostra. Vi stiamo lanciando una sfida e aspettiamo le vostre risposte", incalza Anna. I sindacati incassano le promesse di Lepore. "Stamattina esce un messaggio di speranza", commenta il segretario della Fiom Michele Bulgarelli, che invita a fare attenzione contro il rischio che la crisi si impantani al Mise. "Il territorio, se ci crediamo, deve avere la possibilità di tenersi qui", esorta il segretario Cisl Enrico Bassani. Mentre da Bologna arriva il sostegno dell’Usb: per la montagna il fronte è il più largo possibile.

Riccardo Rimondi

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