Letta per Lepore: "Il Pd è un partito popolare"

Il segretario porterà sotto le Torri la Festa dell’Unità nazionale: "Non dobbiamo avere paura delle primarie, ci sarà partecipazione"

Enrico Letta e Matteo Lepore

Enrico Letta e Matteo Lepore

di Rosalba Carbutti

"Non abbiamo paura del confronto, sarà una festa di popolo. Qui faremo la festa nazionale dell’Unità dal 26 agosto al 12 settembre. Perché questa è la città del futuro". Enrico Letta arriva al parco Cevenini di via Biancolelli al fianco di Matteo Lepore e tutto lo stato maggiore del Pd. Dal segretario provinciale del Pd Luigi Tosiani, al sindaco Merola, alla presidente del partito Valentina Cuppi ai parlamentari bolognesi. Una prova di forza, di fronte a mille militanti del Pd già attovagliati per la cena di autofinanziamento (duecento persone sono rimaste fuori per le norme anti-Covid). E prima di assaggiare il menu fisso di autofinanziamento da 25 euro con gramigna alla salsiccia, arrosto e vino bianco, carica le folle: "Sarà una festa di popolo. Perché il Pd è un partito popolare", insiste. Lo spettro del flop di Torino non lo preoccupa perché da Bologna partirà il nuovo Pd lettiano: "Vedremo domenica, ma credo ci sarà una partecipazione. Lo vedo da questa sera. Con così tante persone. Bisogna avere pazienza, siamo nella fase di ripresa post Covid". Prima del giro nelle cucine, i militanti si scaldano. Ma c’è chi gli chiede di Renzi, l’eterno nemico. Lui risponde con un "non l’ho sentito". Quando qualcuno cita Isabella Conti, sceglie il fair play: "La sua candidatura? Non è lo sgambetto di Renzi nei confronti del Pd. Assolutamente no", rimarca. Poi parte il grand tour delle cucine. Parla di coalizione aperta e sulle primarie promette "che ci sarà trasparenza". Non commenta sul possibile inquinamento del voto ai gazebo, da parte della destra, e preferisce non parlare dei ricorsi: "Non ne so nulla, meglio andare a cena". Al tavolo lo aspetta proprio Mauro Olivi, ex parlarmentare del Pci, che ha presentato il ricorso contro i pro-Conti. Letta sorride, ascolta, poi passa oltre. E sotto il tendone prende il braccio di Lepore e lo alza in segno di vittoria.

"Le primarie ci stupiranno", dice l’assessore alla Cultura che ringrazia Sardine, sinistra, le forze dell’eremo di Ronzano e "Romano Prodi che oggi ha indossato la mascherina rosa". L’ex premier peraltro ieri ha definito le primarie "un mezzo necessario", aggiungendo che "la battaglia e l’aggressività sono giuste", tanto poi c’è tempo per "rimarginare le ferite". Lepore insiste sul rischio d’inquinamento del voto da parte della destra, poi in cucina, con Letta, mescola la gramigna alla salsiccia. E sale sul palco con Tosiani. Che ricorda: "Con Matteo il partito ha scelto da che parte stare". Lepore si prende la scena, dopo una giornata di dibattiti con la sfidante Isabella Conti e una foto di gruppo con Elly Schlein, Emily Clancy, l’inventore delle Cucine popolari Morgantini, il grillino Max Bugani. Ai tavoli di Borgo Panigale arriva il dolce. E pure il governatore Stefano Bonaccini. "Sarà una festa", ripetono i dem. L’importante è non scendere sotto i 20mila votanti.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro