Il ceo di Macron con Lepore. "Nella Fabbrica per Bologna"

L’imprenditore Pavanello nel gruppo di lavoro sul programma. "Ho votato la Conti e sono di centro. Ma qui c’è spazio per la critica costruttiva"

Gianluca Pavanello, ceo di Macron

Gianluca Pavanello, ceo di Macron

Bologna, 14 luglio 2021 - Dimenticato il ’sangue’ delle primarie, oggi le forze sono tutte concentrate sulla costruzione della ‘Fabbrica del programma’ di Matteo Lepore. Si parte oggi alle 18 con il primo laboratorio ospitato da Dumbo in via Casarini, con 12 tavoli tematici, e più di 400 persone in presenza. "L’alleanza è solida – ha detto il candidato sindaco del centrosinistra, intervistato da Ilaria Chia a Ciao Radio – e abbiamo tantissime adesioni". In campo anche un dream team di professori, politici, imprenditori con l’obiettivo di fare ’sintesi’ sulle proposte emerse dai tavoli che discuteranno della città che verrà. Il gruppo di lavoro è formato da dieci persone, coordinate daRaffaele Laudani, professore Unibo di Storia delle Dottrine Politiche, con Annalisa Boni (Eurocities), Stefano Manservisi (professore di Sciences-Po), Caterina Sarfatti (direttrice del programma Inclusive climate action di C40 cities), Cristina Ceretti (coordinatrice della Fabbrica), Marco Marcatili (economista di Nomisma), Federica Mazzoni (consigliera Pd), Massimo Iosa Ghini (architetto), Erika Capasso (Incontra Bologna) e Gianluca Pavanello, ceo di Macron, sponsor del Bologna calcio e della Virtus.

Ed è proprio il numero uno dell’azienda di abbigliamento sportivo la vera sorpresa: "Ho votato Isabella Conti alle primarie. Ma alla ‘Fabbrica’ di Lepore voglio partecipare perché so di avere la massima libertà di essere più o meno d’accordo su alcuni temi che riguardano la mia città".  

Lei ha votato la Conti, ma partecipa alla ’Fabbrica’ di Lepore. C’è spazio, quindi, per chi chiede discontinuità? "Eccome. Sono qui perché voglio che Bologna migliori. Tante le cose buone fatte, ma altre vanno riviste. L’invito di Lepore mi ha stupito, visto che non sono ’allineato’ e spesso ho sollevato criticità sulla gestione dell’amministrazione. Ma credo che Matteo abbia lo spirito giusto: l’ambizione di confrontarsi per rendere davvero più bella la nostra città". La coalizione che sosterrà Lepore crede sia troppo spostata a sinistra? "Il dibattito sulla destra e la sinistra credo sia superato, sopratutto quando si parla di elezioni amministrative. Poi, certo, rispetto al Movimento 5 Stelle sono lontanissimo..., ma credo che pur con sensibilità diverse nella ’Fabbrica’ ci sia spazio anche per chi come me chiede qualche cambiamento. Se devo collocarmi politicamente, mi ritengo di centro. Resto convinto che ci voglia una società dove non ci siano forti diseguaglianze e dove ci sia la volontà di migliorare ciò che non funziona". In che cosa Bologna non è stata all’altezza? "In primis sul decoro urbano. Ma la mia non vuole essere una critica fine a se stessa. Se partecipo alla ’Fabbrica’ è perché voglio che la lamentela diventi costruttiva. So che non ci sono ricette miracolose o scorciatoie. Ma penso che Bologna meriti di più su temi come pulizia e sicurezza". Ci faccia qualche esempio... "La raccolta differenziata. Non si possono vedere quei sacchetti che restano per ore sotto i portici. Il centro di Bologna può essere tenuto meglio e sui graffiti si deve fare qualcosa subito. Poi anche sulla sicurezza avrei qualcosa da dire...". Serve un cambio di passo? "Le regole vanno fatte rispettare, non si può accettare che sistematicamente ci sia qualcuno che lede i diritti di qualcun altro. Ma credo che Lepore se diventerà sindaco troverà il giusto equilibrio. La nostra città ha un potenziale enorme, non solo rispetto all’Italia, ma rispetto all’Europa". Da imprenditore che cosa chiede al prossimo sindaco? "Le infrastrutture vanno valorizzate. Bologna grazie al suo aeroporto, a una logistica che funziona, alla sua collocazione geografica, all’alta velocità può proiettarsi in Europa. Da qui, la massima sinergia tra Università e città per le nostre imprese è fondamentale. L’Emilia-Romagna è una grande regione e dopo la crisi è tra i territori che hanno saputo rilanciarsi meglio: dobbiamo attrarre sempre più talenti".  

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