Martedì 23 Aprile 2024

Patrick Zaky, il tribunale egiziano dice no alla scarcerazione

Per il 27enne egiziano che studia a Bologna l'udienza è durata appena 10 minuti. L'avvocato Ghaly: "Respinto il ricorso", Il legale: "Sta bene ma è spaventato"

Patrick Zaky, campagna Facebook per la sua liberazione (Dire)

Patrick Zaky, campagna Facebook per la sua liberazione (Dire)

Mansura (Egitto), 15 febbraio 2020 - Cattive notizie per la sorte di Patrick George Zaky: dopo un'udienza durata appena dieci minuti, il tribunale di Mansura ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali dello studente dell'Università di Bologna arrestato al rientro in Egitto con accuse di propaganda eversiva. "Il ricorso è stato respinto", ha detto uno degli avvocati del ragazzo, Wael Ghaly. 

Zaky: "Fatemi tornare a studiare"

All'udienza sul ricorso contro la custodia cautelare del 27enne, iscritto al master 'Gemma' dell'Alma Mater di Bologna, hanno assistito quattro diplomatici: due diplomatici di Italia e Svezia - che rappresentavano l'Ue nell'ambito del programma di monitoraggio dell'Unione europea - uno statunitense e un canadese.

L'udienza si è svolta in una piccola stanza apparsa già gremita con solo una quindicina di persone incluso il giudice, avvocati e diplomatici. I legali hanno ripercorso davanti al giudice la dinamica dell'arresto "la tortura, la mancanza di una base legale per la detenzione", ha riferito una fonte che ha assistito all'udienza.  I legali hanno ricordato al giudice come al momento del fermo lo studente sia stato tenuto 6 ore in aeroporto, sia poi rimasto bendato per 12 ore e al commissariato di Mansura sia stato anche denudato. Uno degli avvocati ha spiegato di aver sottolineato al giudice come l'account Facebook su cui si basano le accuse di istigazione alla sovversione sia un "fake".

Houda Nasrallah, un altro legale del giovane, ha descritto le condizioni del ragazzo, che oggi ha partecipato all'udienza per la sua scarcerazione: "Fisicamente sta bene, ma è spaventato", ha dichiarato. Secondo una fonte presente all'udienza Zaky ha spiegato al giudice di essere solo uno studente tornato in Egitto a trovare i parenti e che vuole ripartire per l' Italia per completare gli studi.

La facciata del Palazzo di giustizia di Mansura (Ansa)
La facciata del Palazzo di giustizia di Mansura (Ansa)

Zaky, cosa succede ora

Gli avvocati del giovane avevano fatto ricorso contro la custodia cautelare di 15 giorni decisa l'8 febbraio. Il 27enne a questo punto deve attendere l'udienza del 22 febbraio sull'eventuale proroga di altri 15 giorni della custodia cautelare qualora fosse necessario un supplemento di indagine. 

Amnesty: campagna ancora più forte

"C'è delusione, avevamo sperato in un'esito diverso. C'erano segnali che potesse andare diversamente: un'aula piena di giornalisti, internazionali e egiziani, di diplomatici, italiani inclusi. Ma non è servito a nulla - commenta con l'Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia - Adesso ripartiamo con una campagna ancora più forte, più viva", in vista dell'udienza del 22, in cui si deciderà se rinnovare la detenzione preventiva di Zaky, per arrivarci "ancora più determinati".

Alla vigilia dell'udienza, sulla pagina Facebook 'Patrick Libero', in inglese, arabo e italiano, gli attivisti lanciavano l'appello a cambiare tutti i profili personali: l'immagine proposta raffigura Patrick Zaky avvolto nel filo spinato, circondata dalle scritte nelle tre lingue 'Patrick libero'. Purtroppo, per il momento è stato inutile.

Il sindaco di Bologna: Zaky non è solo

"Zaky non è solo, si stanno moltiplicando le manifestazioni per lui. E da Bologna arriverà ancora più forte la richiesta del rispetto dei diritti umani", assicura il sindaco di Bologna Virginio Merola rilanciando il corteo di lunedì prossimo per esprimere solidarietà a Patrick Zaky. "Lunedì prossimo saremo tutte e tutti con Patrick George Zaky. Questa mattina il tribunale egiziano ha respinto la richiesta di scarcerazione per lo studente che frequenta un master nella nostra università. E' importante che in aula ci fossero diplomatici, anche italiani, e giornalisti", ha scritto il sindaco su Facebook. Merola sarà in prima fila alla manifestazione insieme al rettore Francesco Ubertini. Il corteo partirà alle 18 dal Rettorato per poi confluire in piazza Maggiore, nel 'cuorè di Bologna, di fronte all'ingresso del Comune, sotto lo striscione di Amnesty International che chiede "Verità per Giulio Regeni". 

E il ministro per l'Università e Ricerca Gaetano Manfredi: "Bisogna continuare a monitorare con attenzione e attraverso gli organismi internazionali, come si sta facendo, questa vicenda, in maniera tale che vengano garantiti i diritti di Zaky. Occorre fare in modo che il procedimento sia il più trasparente possibile nel rispetto delle regole". E conclude: "Credo che l'impegno a livello internazionale sia forte e questo sicuramente rappresenta il primo passo per sperare in una soluzione positiva di questa vicenda".