Allenatore Bologna: Giampaolo in pole, se Mihajlovic non resterà

L’ex di Milan e Torino era in città venerdì, ha lavorato con Sabatini alla Sampdoria con ottimi risultati

Marco Giampaolo in pole per la panchina del Bologna

Marco Giampaolo in pole per la panchina del Bologna

Bologna, 30 maggio 2021 - Mihajlovic prima opzione, non foss’altro perché un contratto in tasca Sinisa oggi ce l’ha. Ma se alla fine della fiera le strade del Bologna e del serbo si separassero su quale allenatore virerebbero i dirigenti rossoblù?

Marco Giampaolo è uno dei candidati più autorevoli. Difficile capire se la sua presenza in città dell’altro ieri sia un indizio. A Casteldebole negano che il suo fosse un blitz legato alle vicende rossoblù (una ‘semi- smentita’ in questi casi obbligata), ma il pescarese è legato da un solido rapporto di stima reciproca a Walter Sabatini. E’ reduce dagli esoneri con Milan e Torino, ma nelle tre precedenti stagioni alla Sampdoria ha portato i blucerchiati a due decimi e un nono posto: non a caso Ferrero guarda anche a lui per il dopo Ranieri. Giampaolo è il classico allenatore-demiurgo che nel tempo può far crescere i giovani. Profeta del 4-3-1-2 in un Bologna che ha abbondanza di esterni sembra un problema. Occhio, però, perché Giampaolo può virare sul 4-3-3 oppure far giocare dietro l’unica punta, in caso di 4-3-2-1, Sansone, Skov Olsen e Orsolini.

Poi c’è Claudio Ranieri, che ha appena chiuso la sua esperienza alla Sampdoria. I 52 punti conquistati in blucerchiato non gli impongono l’assillo di trovare una panchina. Allenatore-gestore, è scafato per tutti i mari ed è incline alla difesa a quattro, il canovaccio a cui il Bologna è più abituato.

Chi ha bisogno di rilanciarsi è invece Walter Mazzarri, uscito di scena nel febbraio 2020 con l’esonero al Torino. A proposito di avvistamenti: Mazzarri, che rientra nel casting sconfinato di Lotito per la panchina della Lazio, l’altro ieri è stato intercettato a Genova e questo ha riacceso le voci di un suo ritorno in blucerchiato. Conosce bene l’ambiente di Bologna perché proprio qui venticinque anni fa prese le mosse, sotto l’ombrello di Ulivieri, la sua carriera di tecnico. Ma il suo 3-5-2 ‘eliminerebbe’ gli esterni d’attacco: uno scoglio.

Altro nome è quello di Daniele De Rossi, un ‘deb’ che adesso fa scuola guida nello staff dell’Italia di Mancini. Un’estate fa Walter Sabatini pensò di affidargli la Primavera, poi la cosa non andò in porto. E’ un emergente, ma senza esperienza in panchina, e il Bologna si è già scottato col ‘Fire and desire’ di Pippo Inzaghi.

Restano Luca Gotti ed Eusebio Di Francesco. Il primo non ha certezze di rimanere a Udine, è entrato pure lui nei radar di Lotito e a Bologna ha allenato da vice per quasi tre stagioni all’ombra di Donadoni, ergo conosce l’ambiente. Di Francesco, come Giampaolo, viene da due esoneri, con Sampdoria e Cagliari, e in più aveva appena firmato il rinnovo fino al 2023 con i sardi. Come Giampaolo è un pupillo di Sabatini. Situazione fluida.

 

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