Bfc Academy Webinar, Malagò ospite. "Lo sport dopo il virus"

Il presidente del Coni: "Il giocatore rossoblù che ho amato di più? Beppe Savoldi"

Giovanni Malagò

Giovanni Malagò

Bologna, 12 maggio 2020 - Sesto ospite del Bfc Academy Webinar, dopo, tra gli altri, Roberto Mancini e Matteo Berrettini, è toccato a Giovanni Malagò, Presidente del Coni e membro del Comitato Olimpico Internazionale, rispondere alle domande delle tante ragazze, dei tanti ragazzi e degli allenatori del settore giovanile del Bologna.

Un incontro gestito ed orchestrato da Luca Bergamini, legale del club, Claudio Fenucci (“Per noi è un grande piacere, grazie per aver l’accettato invito. È un onore averti qui, abbiamo la massima autorità dello sport italiano”), Daniele Corazza, responsabile del settore giovanile e Walter Sabatini assieme alle sue battute e ai suoi ricordi.

Tanti i temi toccati, dal suo rapporto con lo sport. “Li ho praticamente praticati tutti: dallo sci, alla corsa, passando per il canottaggio al beach volley – spiega Malagò –. Sono stato per venti anni un giocatore di calcio a 5, almeno dieci dei quali in Serie A; in nazionale ho giocato con Luca Bergamini”. Poi la profonda amicizia con Bergamini, che era “molto più forte di me, inoltre si è inventato il ruolo del portiere volante, ci ha permesso di vincere partite e campionati, ci passava il pallone allo stesso modo in cui facevamo noi”. Toccato da vicino dalla situazione, Leonardo Stanzani, pilastro della Primavera rossoblù, ha invece chiesto quali saranno le prossime misure per lo sport a livello giovanile: “Sono dieci settimane che ci lavoriamo: abbiamo indicato una strada, su questo il Governo ci ha rispettato e ci ha chiesto di preparare un documento che ad oggi è una sorta di Bibbia per la ripresa delle attività. Un report di 400 pagine nel quale abbiamo chiesto ad ogni federazione, che sono 44 in Italia, di indicare le specificità del proprio sport. Documenti che abbiamo integrato con quello fornito dal Politecnico di Torino e ci abbiamo agganciato il report della Federazione medico sportiva. Oggi siamo tutti pronti per ripartire, ci sono i presupposti per la ripresa delle attività che però è una cosa diversa dalla ripresa delle competizioni. Ma non puoi riprendere le competizioni se non ricominci gli allenamenti”.

E le Olimpiadi? È stata la prima grande manifestazione che ha preso la decisione di spostare di un anno le gare. Si faranno certamente, se non si dovessero fare vorrebbe dire che il pianeta ancora non ha risolto i suoi problemi”. Buck, Presidente del CIO, ha detto che le Olimpiadi di Tokyo saranno lo spartiacque tra quello che è prima e quello che dopo il Coronavirus”.

E su Bologna e il Bologna? “Il giocatore che più mi è piaciuto del Bologna è stato Beppe Savoldi: giocava centravanti, anche lui come Mennea – indicato da Malagò come lo sportivo che più ammira – non aveva tutto questo fisico. Era tutto sommato lento, che negli spazi aperti faceva fatica ma ha fatto la storia, segnando tanto: era il nostro Gerd Muller. Apprezzo quelli che fanno di più di quello che col loro fisico potrebbero fare”.

E proprio un legame particolare lega l’attuale Presidente del Coni con la città di Bologna: “Racconto una cosa che forse i ragazzi non sanno: se faccio il Presidente del Coni lo faccio da volontario, non c’è aspetto economico che mi coinvolge. Questo perché la mia famiglia, dal 1957, prima che io nascessi, rappresenta la Ferrari e la Maserati, siamo i più antichi distributori di questi due marchi. Per me Ferrai e Maserati sono Bologna; per tutta la vita, da quando avevo 21 anni fino ai 54, partivo per andare a Bologna e poi passare a Modena e Maranello. Bologna è una città che conosco benissimo: è la storia del Calcio”.

E infine un consiglio per i tanti giovani all’ascolto che sperano di sfondare, in futuro, le barriere del professionismo: “La volontà è determinante: bisogna avere la testa per resistere quando arriveranno schiaffi e delusioni. Lì non bisogna abbattersi ma pensare che se si hanno delle carte da giocare la qualità viene fuori. Non bisogna pensare che se non si diventa professionisti si è dei falliti.

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