Carlo Nervo: "Arna, Bologna è meglio della Juve"

Il parere: "Marko imiti Andersson. Sartori? Lo conobbi anni fa, mi colpì la sua determinazione. L’assenza di Sinisa in ritiro può pesare"

Carlo Nervo, 50 anni, icona rossoblù

Carlo Nervo, 50 anni, icona rossoblù

Bologna, 5 luglio 2022 - Il ‘sindaco’ di Bologna incorona Sartori, fa una carezza a Mihajlovic, tifa per l’arrivo di Ilicic, maledice il giorno in cui l’Italia ha perso per la seconda volta i Mondiali, si tiene stretto Saputo e suggerisce ad Arnautovic la strada per dire no (eventualmente) alle avance della Juve. Ma poiché Carlo Nervo, autentica bandiera rossoblù, la fascia di sindaco l’ha indossata per davvero nella sua Solagna (Vicenza), dal 2009 al 2014, la chiacchierata di inizio stagione con l’ex ala del Bologna Ulivieri forse ha un senso che cominci dall’incoronazione a sindaco di un altro veneto come lui, Damiano Tommasi, appena eletto primo cittadino di Verona.

Nervo, se l’aspettava?

"No, sono sincero. Ma a Verona l’errore del centrodestra è stato andare diviso: se Sboarina e Tosi avessero trovato un accordo non sarebbe finita così".

Qual è la lezione?

"Che uniti si vince: nella politica come nel calcio. Però conoscendo Tommasi sono sicuro che sarà un buon sindaco e che porterà, nel suo fare politica, le caratteristiche della persona per bene che è".

Quel che fece lei nella sua Solagna, con una lista civica appoggiata da Lega e Forza Italia. Chissà il rosso Ulivieri come la prese.

"Renzaccio non ha mai smesso di prendermi per i fondelli. Comunque un conto è governare una città come Verona e un altro un comune di duemila anime".

Lei come ci riuscì?

"Col dialogo. Anche sei nei primi sei mesi, giuro, non ci ho capito niente. Ricordo che nei primi tre consigli comunali le opposizioni presentarono ventidue interpellanze su questioni del passato: io non ne sapevo nulla. Allora ho convocato tutti nel mio ufficio, ci siamo parlati, abbiamo unito le forze e siamo riusciti a combinare qualcosa di buono per il paese".

Però a fine corsa lei non si è ricandidato.

"E’ stata un’esperienza bella e formativa, ma non avevo più le motivazioni per ripeterla. Così mi sono buttato sul lavoro e sulla mia azienda di mobili che mi impegna tutto il giorno ma che mi dà anche tante soddisfazioni".

Anche Saputo è un imprenditore, ma di soddisfazioni sportive fin qui pochine.

"Saputo non vuole fare il passo più lungo della gamba, ma ha dato un segnale importante: ingaggiare Sartori significa voler migliorare il rendimento della squadra".

Pronti via e Hickey verrà ceduto al Brentford.

"Dispiace, perché è un ragazzo con ampi margini di crescita: ma se arriva un’offerta da venti milioni un club come il Bologna come fa a rifiutarla?".

L’importante è saper spendere bene il gruzzolo.

"Proprio per questo è arrivato Sartori. Anni fa ho avuto la fortuna di prendere un caffè con lui. Venne a trovarmi in azienda, a Bassano del Grappa. Era il periodo in cui stava per passare dal Chievo all’Atalanta. Ne ricavai l’impressione di un uomo tranquillo ma molto determinato".

Domani la squadra parte per Pinzolo con un Mihajlovic fatalmente ai margini.

"Dico ‘forza Sinisa’ per tutto quello che sta passando. Ma dico anche che, nonostante oggi gli staff spesso facciano il grosso del lavoro, la faccia dell’allenatore in ritiro ha un peso. E’ un po’ come studiare da casa con la ‘dad’ e farlo in presenza: non è la stessa cosa".

La soluzione Ilicic?

"Sarebbe spettacolare. Se il ragazzo in passato ha avuto dei problemi Bologna è la piazza giusta per rigenerarlo".

E se la Juve bussa alla porta di Armautovic?

"Marko prenda esempio da Kennet: a suo tempo la Juve fece un’offerta ad Andersson, ma lui la rifiutò, pensando a quello che avrebbe perso. Arnautovic qui ha fatto bene ed è circondato dall’affetto dei tifosi. Mi sbilancio: credo che alla fine rimarrà".