La crisi del Bologna Fc, Thiago ci ripensa: rispunta la difesa a tre

Faccia a faccia a Casteldebole: il tecnico ha fatto vedere la classifica al gruppo. Si mostra flessibile, ma pretende più determinazione

Thiago Motta, 40 anni, prova a farsi ascoltare al centro tecnico di Casteldebole

Thiago Motta, 40 anni, prova a farsi ascoltare al centro tecnico di Casteldebole

Bologna, 5 ottobre 2022 - Il ko con la Juventus impone profonde riflessioni. Così, nel giorno in cui il Bologna torna al campo per la ripresa degli allenamenti e per iniziare la marcia di avvicinamento alla delicatissima sfida con la Sampdoria, a Casteldebole si consuma il faccia a faccia tra Thiago Motta e la squadra, anticipato e seguito dai confronti tra il tecnico e i dirigenti rossoblù.

La posizione del tecnico è solida, a Casteldebole sono tutti con lui. Ma quella del Bologna è più fragile che mai e urgono soluzioni.

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In primis, serve una presa di coscienza: il Bologna è squadra da lotta per non retrocedere. Lo dice la classifica, raccontarsi che la squadra e singoli che la compongono hanno valori diversi non serve a nulla se non ad alimentare il pensiero che prima o poi, in qualche modo, i rossoblù riusciranno a tirarsi fuori dai guai: il che sarebbe più pericoloso che mai.

"Invece c’è da infilarsi l’elmetto e lottare con il coltello tra i denti, con la fame di una neopromossa".

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E’ questo il concetto che è stato sbattuto in faccia allo spogliatoio, al quale si chiede una presa di coscienza, un passo in avanti sul piano dell’atteggiamento e della responsabilità.

Le responsabilità se le prende in primis Thiago Motta, che in queste ore sta riflettendo. Le due partite in panchina parlano chiaro: due sconfitte, quattro gol presi e nessuno segnato, raccontano di una squadra involuta, che pare aver smarrito le poche certezze che si era costruita.

E allora Motta, che già nella passata stagione a La Spezia, si è dimostrato duttile variando diversi schieramenti tattici (dal 4-2-3-1 al 4-3-3, dal 3-4-3 al 3-5-2) potrebbe fare un passo indietro.

Ha in mente un Bologna che proponga un calcio offensivo, ma questo non è il momento degli esperimenti. L’obiettivo, ora, sono i 40 punti e la salvezza. Per questo Thiago medita di tornare alla difesa a tre.

Il tecnico non può aspettare nessuno. Da qui a fine mese, ad attendere il Bologna ci sono gli spareggi salvezza con Sampdoria, Lecce e Monza, oltre alla trasferta di Napoli e alla sfida di Coppa Italia con il Cagliari.

Sono match da non fallire, costi quel che costi, per risalire la china in classifica, ritrovare fiducia e ossigeno. Servono carattere, voglia di lottare, capacità di sacrificarsi e soffrire.

Doti che non mancano a Medel, che dovrebbe tornare titolare, considerato che quel poco che il Bologna ha prodotto a Torino lo ha fatto dopo l’ingresso del pitbul. Ma servono pure gol e sostegno ad Arnautovic: ecco perché Motta potrebbe tornare al 3-5-2 o varare un 3-4-1-2, con Zirkzee o Barrow al fianco di Arnautovic. E gli esterni d’attacco? Orsolini e Sansone, così come Soriano, sono stati tra i più deludenti a Torino e come detto Thiago Motta non può aspettare nessuno.

Non è escluso che tornino in panchina, fino a quando fisicamente e mentalmente non dimostreranno qualcosa di diverso. E’ già l’ora delle scelte per Motta. Con la Sampdoria (in panchina, dopo l’esonero di Giampaolo ci sarà Stankovic) è vietato sbagliare, la lotta salvezza è una realtà e il Bologna è chiamato a calarsi in questa nuova veste.