Parola a capitan Gastaldello, il Bologna non è Diawara

Il capitano all'attacco: "Amadou ha fatto la sua scelta e ci ha mancato di rispetto: morto un papa se ne fa un altro". Tutti per uno: "Siamo 24, 25 giocatori che lavorano e fanno il bene della squadra"

Gastaldello a Castelrotto

Gastaldello a Castelrotto

Castelrotto (Bolzano), 13 luglio 2016 - Lo spogliatoio rossoblù scarica Amadou Diawara. La fuga sa di tradimento e il capitano rossoblù Daniele Gastaldello non usa giri di parole per spiegare che indietro non si torna: "Ci ha mancato di rispetto. Lo abbiamo sempre aiutato anche quando in passato ha sbagliato qualche atteggiamento in spogliatoio, nessuno gli ha mai dato addosso. Questa è la sua scelta e il suo ringraziamento. Voglio dire a tutti una cosa: morto un papa se ne fa un altro, il Bologna non è Diawara, ma un gruppo di 24-25 calciatori che sta lavorando duramente e sta facendo gruppo per il bene di tutti e con l'obiettivo di migliorarsi".
 
Parole durissime, quelle di Gastaldello, che mette con le spalle al muro il compagno: "Cosa penso? Se tornerà glielo dirò in faccia nelle quattro mura di uno spogliatoio. Una cosa è sicura: sono al mio diciassettesimo ritiro e in tanti anni di carriera una cosa simile non l'avevo mai vista". Se nel giorno della fuga di Diawara, Bigon aveva optato per la linea morbida, il dialogo e l'attesa, ogni giorno che passa monta la rabbia e l'intenzione di passare al pugno duro. Lo si era intuito dalle parole di lunedì di Donadoni: "Ci ha deluso, siamo partiti con il piede sbagliato".
 
Gastaldello fa capire che con il suo gesto Diawara non ha più la stima dello spogliatoio. E non ha dubbi sulla bontà del Bologna che sta nascendo: "Non ci sono più i sette gol di Giaccherini? Rispetto a un anno fa abbiamo uno zoccolo duro e tante certezze su cui lavorare. Sta nascendo un bel gruppo e non ho paura di nulla. Migliorarsi è l'obiettivo e per questo lavoreremo".
 
è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro