Ibrahimovic Bologna, Pagliuca fa il tifo. "Adrenalina per tutta la città"

L'ex portiere: "Ho capito che Mihajlovic gli ha proposto di venire qui a gennaio, dare una mano alla squadra e poi si vedrà. Ma è difficile che si realizzi"

Zlatan Ibrahimovic, 38 anni, in azione con i LA Galaxi

Zlatan Ibrahimovic, 38 anni, in azione con i LA Galaxi

Bologna, 22 ottobre 2019  «Ibra a Bologna? Credo poco che possa succedere, ma dico: magari! Anche se quella notte di Bologna-Juve del 2004 suo malgrado mi fece ingoiare un rospo che ancora oggi, quando ci penso, ci sto male». Gianluca Pagliuca spalanca le braccia al gigante Zlatan. Lui che in carriera di extraterrestri ne ha incrociati tanti, dal Ronaldo brasiliano a Roberto Baggio (compagno per una stagione all’Inter e in tre Mondiali), sa bene quale sia l’impatto di un fenomeno in campo e in spogliatoio.

LEGGI ANCHE: Mihajlovic è tornato in ospedale: "Condizioni buone" - Destro, stop più lungo del previsto

Pagliuca, ma lei ci crede a un Ibra in maglia rossoblù? «Un’ipotesi che ha prospettato lui, perché non crederci? Aggiungo che mi sembra molto complicato che si possa realizzare».

Della serie: il Bologna non sarebbe la sua prima scelta. «Se torna in Italia e vuole giocare per lo scudetto la prima squadra che mi viene in mente è il Napoli, dove ritroverebbe Ancelotti. Più dura all’Inter: due caratteri forti come lui e Conte, non so...».

Chiuda gli occhi e pensi a un Ibrahimovic che fa sempre il ‘sold out’ al Dall’Ara. «Fantastico: sarebbe una scarica di adrenalina per tutta la città. Sto vedendo quello che ha portato Teodosic alla Virtus, in termini di entusiasmo e valore tecnico».

Il valore tecnico dello svedese è da antologia del calcio. «Sicuramente a 38 anni non è lo stesso giocatore che era quando ne aveva 30. Ma Ibra è sempre stato uno che ha curato molto il fisico e che non ha mai frequentato i social né le notti milanesi».

Dove invece imperversava lei. «Quand’anche fosse (sorride, ndr) mica avrei potuto incontrarlo: son più vecchio di 15 anni».

Vi siete affrontati da avversari. «Due volte: e non mi ha fatto gol. La prima in quel famoso Bologna-Juve di 15 anni fa, la seconda quando ho chiuso la carriera ad Ascoli e lui era all’Inter».

Riporti indietro le lancette del tempo a quel Bologna-Juventus del 12 dicembre 2004. «Solo Pieri al Dall’Ara vide il fallo di Capuano su Ibrahimovic: un fallo inesistente. Perdetti così tante energie nervose a protestare che quando Nedved calciò la punizione me ne erano rimaste poche per parare. E presi gol».

Quanti gol vale oggi in serie A Ibrahimovic? «Non quelli che valeva dieci anni fa, ma un bel gruzzolo sì. A quanto ho capito la proposta che gli ha fatto Mihajlovic è di venire qui a gennaio, dare una mano alla squadra e poi si vedrà. Sicuramente uno come lui qualche gol lo fa: e questo Bologna là davanti ne avrebbe bisogno».

Lei che ha giocato con i più grandi può raccontarci cosa succede quando un extraterrestre atterra in uno spogliatoio? «Se Ibra dovesse venire qui è ovvio che tutta la squadra, come ha detto Sinisa, si metterebbe al suo servizio. Le regole all’interno di un gruppo valgono per tutti, ma ricordo che Simoni all’Inter ci diceva sempre: nello spogliatoio siete tutti uguali, a parte Ronaldo».

E il Baggio compagno di spogliatoio com’era? «Molto cordiale, disponibile e sempre scherzoso: si faceva voler bene da tutti. Dopo l’allenamento si isolava dal mondo, non lo vedevi mai in giro, usciva poco. A quanto ne so, anche Ibrahimovic appartiene a quella categoria».

Campioni senza età, come Cristiano Ronaldo. «Diciamo che se hai la fortuna di avere un fisicaccio, e sia lui che Ibrahimovic ce l’hanno, oggi le carriere si sono allungate».

A proposito di CR7: ai bolognesi non sono andati giù i fischi di Irrati. «Con tutte le ingiustizie che in passato il Bologna ha subìto per mano della Juve sinceramente mi sembra che la partita di sabato sia quella in cui ci sia meno da recriminare».

Il Bologna invece recrimina sui troppi punti gettati al vento. «E’ una squadra che gioca sempre a calcio: e non è poco. Ma si sapeva che tra Lazio e Juventus rischiavi di raccogliere poco».

Domenica al Dall’Ara arriva un altro pezzo della sua vita calcistica: la Sampdoria. «E sarà dura. Perché l’arrivo di Ranieri ha già lasciato un’impronta: con la Roma ho visto una compattezza che prima mancava. Me li aspetto belli abbottonati dietro, perché anche loro hanno fame di punti». 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro