Bologna Fc mercato, Sartori e Saputo: "Arnautovic non si vende"

Il patron e il nuovo responsabile dell'area tecnica disegnano il futuro. Il ritiro di Pinzolo inzia il 6 luglio, via alla campagna abbonamenti con capienza al 100%

Bologna, 14 giugno 2022 –Il Dall’Ara riapre le sue porte e lo fa accogliendo Joey Saputo, patron del Bologna di ritorno da Oltreoceano, ma soprattutto Giovanni Sartori, nuovo responsabile dell’area tecnica del club rossoblù, ufficializzato due settimane fa e presentato oggi nella sala stampa dello stadio. E il primo punto fermo e Arnautovic che - assicurano - non è sul mercato.

Joey Saputo e Gianni Sartori, per la prima volta insieme
Joey Saputo e Gianni Sartori, per la prima volta insieme

A circa tre settimane dal via ufficiale della stagione, con il ritiro di Pinzolo che inizierà il 6 luglio, sono giorni febbrili per la società: da un lato un calciomercato da portare avanti, per andare a puntellare i ruoli dove Mihajlovic ha richiesto innesti, dall’altro c’è da osservare anche la situazione relativa agli abbonamenti. La nuova campagna è stata lanciata ieri, dal titolo “Passione senza limiti”, e prevede la capienza al 100% per il prossimo campionato

E, a prendere parola, è proprio il Presidente (video): “La scelta di Sartori è un segno tangibile dell’ambizione del nostro club. Voglio fare crescere il Bologna non solo dal punto di vista organizzativo ma anche sportivo. Negli ultimi due anni abbiamo indicato come obiettivo i 52 punti: sono certo che con Giovanni, Claudio, Marco e Sinisa possiamo consolidare la nostra posizione”.

Emozione, invece, che traspare dalle prime parole di presentazione di Giovanni Sartori: “C’è un sentimento forte dentro di me, è l’emozione. So di essere stato scelto da una società che appartiene alla storia del calcio italiano. È un gesto di grande fiducia che farò di tutto per ripagare con gli strumenti che conosco: il lavoro quotidiano, la riconoscenza e l’impegno. Non conosco altre strade per dare risposte che la società e la piazza si aspettano da me. Vi confesso un aspetto personale: quando è arrivata la chiamata del Bologna l’ho vista come un segno del destino, perché il Bologna è la squadra del mio papà, quando venivano a Milano a giocare mi portava a vedere il grande Bologna, quello dei suoi idoli, quello dello Scudetto del 1964. Avverto entusiasmo e responsabilità, voglia di essere all’altezza delle attese di una piazza ambiziosa e che ho sempre stimato. Ho bisogno dell’aiuto di tutti per essere all’altezza degli obiettivi che Bologna merita e che da oggi diventeranno anche i miei”.

E, soprattutto, rassicurazioni subito su Marko Arnautovic e sulle voci di mercato che circondano in primis Arnautovic: “Non solo nella testa di Sartori ma anche del Presidente Marko Arnautovic è un giocatore incedibile, non è sul mercato. Nella vita mai dire mai ma il Bologna riparte da Arnautovic”.

Un Bologna che riparte anche da Sinisa Mihajlovic, come spiega lo stesso Saputo: “Abbiamo visto che all’inizio della stagione la squadra aveva il potenziale di arrivare all’obiettivo prefissato. La seconda parte è stata difficile, ma abbiamo tutte le possibilità di arrivare a quell’obiettivo. Ci vorrà uno sforzo da parte di tutti. Volevo dare la possibilità a Sinisa di riprendersi”. Mentre quella di Bigon è una porta che si è chiusa: “Abbiamo investito molto e dopo sei anni abbiamo capito era arrivato il momento di cambiare il ciclo”.

Così, invece, Sartori a tutto tondo, dal mercato e al rapporto con Sinisa fino alle aspettative della pazza bolognese: “Scelta collegiale quella di confermare Mihajlovic, eravamo tutti d’accordo. Mi sento quotidianamente con il mister in videochiamata, alle 12 e alle 19, in cui parliamo di tutto. Il modulo? Ci stiamo lavorando. Il mercato? Tutto dipenderà dalle richieste. Se non ce ne fossero il mercato sarebbe bloccato e non dipenderebbe più da noi. I sacrifici potrebbero essere due, non di più. Per me Arnautovic è l’unico incedibile (parole rafforzate dal pensiero di Claudio Fenucci, AD, che spiega come sia “inaccettabile pensare ad una sua cessione”). La squadra è comunque quasi fatta, mancherebbero due/tre pezzi. In questi dieci giorni di Casteldebole più che pressioni ho avvertito aspettative. Aspettative che ho percepito come alte, ora sono pronto per lavorare”.