Bologna Mihajlovic, il giorno della verità

Saputo e Fenucci hanno dato appuntamento all’allenatore che ha un altro anno di contratto. La società divisa tra dubbi e certezze

Joey Saputo si complimenta con i giocatori prima della grigliata

Joey Saputo si complimenta con i giocatori prima della grigliata

Bologna, 23 maggio 2022 - Avanti con Mihajlovic, nel segno della continuità e nel rispetto sia dell’uomo che lotta contro la malattia che del contratto in essere, oppure via libera a un nuovo timoniere?

Per Sinisa il giorno della verità è oggi. Con Saputo e Fenucci il tecnico si è dato appuntamento per questa sera sotto le Due Torri, quando i tre s’incontreranno molto probabilmente a cena. Sinisa in giornata rientrerà da Roma, dove ha staccato la spina per qualche ora in famiglia dopo una presenza in panchina, quella di Marassi, che con le temperature elevate di questi giorni e il carico delle terapie che ancora grava sulle sue condizioni di salute resta pesante da sopportare.

Nulla che spaventi il serbo, che già nel primo abboccamento con il club di venerdì, alla vigilia della fatica di Genova, aveva ribadito la volontà di onorare l’ultimo anno di contratto che gli resta. La società ne ha preso atto, tenendosi stretti tutti i legittimi dubbi sull’opportunità di andare avanti con un allenatore che da tre anni sforna stagioni fotocopia (47, 41 e 46 punti), lontane dai patemi della lotta salvezza come dai sogni d’Europa, e poi si è chiusa nel pensatoio. Cambiare costa un bel pacchetto di milioni (i 4 lordi di Sinisa e del suo staff, da aggiungere al contratto del nuovo allenatore), ma è il ‘costo’ morale dell’operazione che risulterebbe ancora più pesante e forse, a questo punto, inaffrontabile.

Mihajlovic è il primo a pretendere di essere giudicato solo per il suo operato sul campo e non vuole che la scelta dei suoi dirigenti abbia a che fare con la sua malattia, ma sarebbe oggettivamente complicato liquidare un allenatore sotto contratto che non vuole fare un passo indietro e che ha già dato prova di poter allenare, con abnegazione feroce, da una stanza d’ospedale. Per dovere di cronaca ricordiamo che l’anno di contratto che pesa sulle decisioni di oggi fu aggiunto all’accordo già in essere nel maggio 2020, quando non sembrava che ve ne fosse la necessità. Per lo stesso dovere di cronaca va ricordato come sia Roberto Donadoni che Pippo Inzaghi, rispettivamente nel maggio 2018 e nel gennaio 2019, furono sollevati dall’incarico nonostante avessero un anno residuo di contratto.

Certo, per loro fortuna, in quel momento non combattevano contro la malattia. Scenario delicatissimo, ma decisione da prendere in fretta. Inutile snocciolare la lista dei potenziali candidati al dopo Sinisa (De Zerbi, Tudor, Thiago Motta e Gattuso) quando Sinisa è ancora l’allenatore in sella e con buone probabilità di rimanerci.

Ieri sera, intanto, Casteldebole, alla presenza di patron, dirigenti e quasi tutti i calciatori (ma non di Mihajlovic, assente giustificato), ha ospitato la grigliata di fine anno, una sorta di cena aziendale a cui hanno partecipato tutti i dipendenti, alcuni sponsor e due politici dal cuore rossoblù: Luca Rizzo Nervo, deputato del Pd, e Roberta Li Calzi, assessora comunale allo sport.

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