Bologna Fc, Mihajlovic ancora in bilico. Il Club prende tempo

La decisione su Sinisa potrebbe slittare a domenica. Saputo ieri scurissimo al Picco

Sinisa durante la gara contro lo Spezia

Sinisa durante la gara contro lo Spezia

Bologna, 5 settembre 2022 - Alle sei della sera, nel ventre del Picco, ci sono allenatori che parlano e facce che provano a fare altrettanto.

Aggiornamento L'esonero è ufficiale

E c’è una panchina che balla, quella di Sinisa Mihajlovic, che però, salvo colpi di scena, dopo la pausa di riflessione di ventiquattr’ore che si è preso il club con in testa il presidente Saputo, sarà ancora sua almeno fino al derby di domenica con la Fiorentina.

Bologna e Mihajlovic, la via d’uscita è stretta

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"Non ho la percezione che la società non abbia fiducia in me, ho la coscienza pulita e tiro dritto per la mia strada", taglia subito la testa al toro in sala stampa Sinisa, per nulla propenso ad annusare il vento di dissenso che anche dalla tribuna del Picco spira contro di lui. In realtà è un vento silenzioso: e infatti bisogna, per l’appunto, interpretare le facce. E’ lo stesso Di Vaio, muto di fronte all’incalzare delle domande dei giornalisti circa il destino del Mihajlovic allenatore rossoblù a indicare un suggerimento: "Guardate le facce e interpretatele...". Frase che può voler dire tutto e niente e che aggiunge incertezza ad incertezza. Anche se le facce dei dirigenti a fine partita sono nere e contrastano con l’azzurro del cielo sopra il Picco.

Saputo ieri ha visto tutta la partita seduto in tribuna accanto ai dirigenti rossoblù al gran completo (Fenucci, Di Vaio e Sartori) e all’ex consigliere Bergamini, senza scambiare una parola coi giornalisti. Al triplice fischio è salito in auto insieme al figlio Luca (con fidanzata) e si è messo in viaggio per Bologna come al solito silenzioso.

Oggi il numero uno rossoblù sarà a Casteldebole insieme ai suoi dirigenti quando la squadra, con Sinisa presente, svolgerà la classica seduta defaticante post gara. Incontro decisivo col tecnico? E’ un’ipotesi da non scartare, anche se ieri Mihajlovic ha negato che siano in agenda incontri col presidente.

Si naviga a vista con il tecnico che cammina sul filo, con reti di protezione che si annunciano tutto fuorché sicure. E lo stato d’animo del tecnico qual è? "Lo stesso che avevo dopo le partite con Verona e Salernitana. Facciamo gol, ci abbassiamo e smettiamo di giocare", dice Sinisa. La domanda, in realtà, punta a capire quanto il tecnico in queste ore si senta a rischio. "Non ho nessun dato in tal senso – dice Mihajlovic –. Non mi fascio la testa prima di essermela rotta. La squadra va in campo e gioca, gli errori sono tecnici e non dipendono dall’allenatore: non è che posso andare in campo io a calciare gli angoli e le punizioni...". Il mare è in tempesta. Anche se il comandante Sinisa non vede una nave sballottata dalle onde. "Mi chiedete se parlerò col presidente? Domani mi sveglio e se sono ancora vivo andrò al campo per fare allenamento", dice il serbo.

E qui lungo la schiena corre un brivido, stavolta di pura solidarietà, nei confronti di un uomo che anche ieri sulla panchina del Picco ha sfidato la canicola di una domenica di fine estate, alzandosi solo un paio di volte per richiamare la squadra e restando per quasi tutto il tempo in un salvifico cono d’ombra. La partita, già. "Dopo aver segnato il primo gol abbiamo indietreggiato", accusa Sinisa . "Gli esterni avrebbero dovuto aggredire i loro quinti ma non l’hanno fatto". Morale: è sempre colpa di qualcosa o qualcuno, mai sua. Ha invece qualche ragione il tecnico quando, rispetto alle prove deludenti dei nuovi arrivati, ribadisce un concetto: "Oggi ho provato a cambiare, mettendo dentro i nuovi. Ma si sapeva: ci sono giocatori che si adattano subito, altri che impiegano più tempi e altri ancora che non si adatteranno mai. Ci vuole tempo".

Tempo che però non è scontato che il club gli concederà, anche se il suo prossimo orizzonte dovrebbe essere la Fiorentina. Difficile invece immaginare quale sia l’orizzonte di Barrow, anche ieri protagonista di una prestazione quasi lunare nella sua negatività. "L’ho messo lì perché poi doveva trovarsi gli spazi quando aveva il pallone tra i piedi – osserva Sinisa – Ma non lo ha fatto. E’ un ragazzo d’oro, ma caratterialmente non è forte. Speriamo che torni il Barrow dei primi tempi". Ma chi visse sperando...