Bologna Fc, Mihajlovic a rischio. Spezia peserà tanto

L’avvio flop scuote Casteldebole con la posizione di Sinisa in bilico: la gara di domani può spostare. Pronto Thiago Motta

Il grafico

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Bologna, 3 settembre 2022 - Quando lo scorso 21 febbraio con una doppietta in rimonta di Marko Arnautovic il Bologna al Dall’Ara piegava per 2-1 lo Spezia, Sinisa Mihajlovic vedeva di colpo i nuvoloni neri allontanarsi dal suo cielo. Del resto dopo un solo punto raccolto nelle precedenti cinque partite il serbo tutto poteva dirsi fuorché un allenatore saldo in panchina. Lui come il dirimpettaio Thiago Motta (occhio al dettaglio), che però quella volta ebbe la peggio.

Bologna Fc e Mihajlovic, una crisi profonda. Lo sfogo della figlia

Domenica c’è di nuovo lo Spezia a recitare il ruolo di crocevia del destino per un Mihajlovic che, forte, pardon debole, dei 2 punti racimolati nelle prime 4 giornate di campionato adesso deve ritrovare in fretta la via del gioco e dei risultati. Si possono fare lunghi giri di parole ed elencare le ragioni per cui oggi agli occhi di qualcuno apparirebbe ingeneroso mettere alle corde il serbo dopo avergli consegnato gran parte dei rinforzi solo alle ultime curve del mercato. Ma poiché le pecche e i difetti di fabbrica del suo Bologna vengono da lontano e non possono prescindere dalla qualità del lavoro di chi allena, lo scenario che in queste ore si sta profilando ha contorni abbastanza nitidi. Sfangarla al Picco per Sinisa vorrebbe dire dare un calcio alla crisi e aggiungere una preziosa mattonella a un edificio che dopo quattro partite già scricchiola pericolosamente. Affondare, viceversa, aprirebbe scenari che a Casteldebole fino a pochi giorni fa nessun dirigente voleva prendere in considerazione ma che, in virtù della falsa partenza in campionato e della totale latitanza di identità che ha mostrato in queste prime uscite la creatura plasmata (male) da Sinisa, adesso quegli stessi dirigenti potrebbero riconsiderare.

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Per farla breve: quanto rischia Mihajlovic in caso di passo falso al Picco? Abbastanza: o almeno più di quanto fosse lecito fino a ieri immaginare. A far precipitare la situazione il senso di smarrimento che continua a trasmettere il suo Bologna in campo, unito al fastidio con cui a Casteldebole proprietario e dirigenti hanno accolto quel "Posch chi?" che a metà settimana è stato il benvenuto di Sinisa all’ultimo acquisto del mercato. Non c’è un destino già segnato e il guerriero Mihajlovic ha dimostrato di possedere più vite di un gatto. Nel dubbio però tutto il mondo del calcio sa, dirigenti rossoblù compresi, che Thiago Motta (proprio l’ex tecnico dello Spezia) è ancora libero e attende una chiamata da mesi. Di libero c’è anche Roberto De Zerbi, uno che qualche anno fa voltò le spalle pubblicamente al progetto rossoblù ("Bologna è una bellissima città, ma il calcio è un’altra cosa") e che invece oggi potrebbe vedere la cosa sotto una luce diversa, specie dopo l’arrivo a Casteldebole di un architetto del mercato come Sartori. Se invece il Bologna cercasse un ‘normalizzatore’ nessuno meglio di Claudio Ranieri potrebbe svolgere quel compito.

Al momento sono solo fantasmi, che Mihajlovic ha tutto il diritto di provare a tenere alla larga. Ieri a Casteldebole il tecnico ha tenuto la riunione-video con la squadra, in cui ha analizzato gli errori della sfida con la Saler nitana. I dirigenti riflettono e in queste ore non si sono espressi. Anche Saputo tace e si è preso due giorni di time-out lontano da Casteldebole. Non tace invece Viktorija, la figlia di Mihajlovic, che su Instagram ieri ha attaccato a testa bassa i detrattori del padre: "Famiglia e salute non si toccano, tante cose vergognose che ho letto non le accetto più".