Mihajlovic a Saputo: "Voglio restare al Bologna". Il patron riflette

Sinisa ribadisce la volontà di rimanere: il club si è preso dei giorni per pensare. Intanto oggi c’è il Genoa

Sinisa Mihajlovic, 53 anni: oggi chiude la sua quarta stagione di fila al Bologna (Ansa)

Sinisa Mihajlovic, 53 anni: oggi chiude la sua quarta stagione di fila al Bologna (Ansa)

Bologna, 21 maggio 2022 - I saluti, i ringraziamenti ecumenici, l’abbraccio ai tifosi, due parole di circostanza sul futuro che dicono tutto e niente, ma che soprattutto non offrono certezze. Qualche ora più tardi, dopo l’allenamento, anche una chiacchierata fugace con Saputo e Fenucci, che però non è servita a diradare le ombre.

Mihajlovic ieri in sala stampa aveva quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi prima di andare a Genova. Aveva anche una cera migliore rispetto a quella esibita una settimana fa: e questa, per un uomo che lotta contro una recidiva di leucemia, è un’ottima notizia. Resta il fatto che oggi alle 17,15, nella canicola del Ferraris, si gioca una partita che paradossalmente conta di più per chi è appena retrocesso, ovvero quel Genoa che ha chiamato a raccolta il suo popolo, che per un Bologna che attende solo di sapere il numerino finale della sua classifica: zero brividi.

Questi novanta minuti, a dispetto delle parole della vigilia, contano poco anche per Sinisa, che chissà se oggi a Marassi è al suo passo d’addio sulla panchina del Bologna o se viceversa il nuovo corso a firma Giovanni Sartori (quando Sartori nei prossimi giorni sbarcherà a Casteldebole) gli concederà la possibilità di onorare il contratto e di allungare ulteriormente la sua storia bolognese, come lui vorrebbe. Indizi precisi in un senso o nell’altro non ce ne sono, se non quell’aria da fine impero che ieri mattina alle 10 si respirava a Castedebole quando Mihajlovic si è presentato per la sua ultima conferenza stampa della vigilia della stagione, accompagnato dal capitano Roberto Soriano e sotto gli occhi di un Riccardo Bigon con un piede e mezzo, o forse due, già fuori dall’uscio.

Il futuro di Mihajlovic, allora: perché è quello il vero punto interrogativo di questi giorni, il nodo da sciogliere prima di ripartire. Davanti ai giornalisti Sinisa sta sul vago, forse perché non vuole e non può spendere parole definitive. Sono passate da poco le 10 quando dice: "Con Saputo non ho ancora parlato, ma ci siamo ripromessi di farlo tra oggi e domani. Certezza al cento per cento di essere anche il prossimo anno l’allenatore del Bologna? L’unica certezza assoluta che c’è nella vita è che tutti un giorno moriremo. Non voglio essere giudicato per quello che ho passato a livello personale e perché sono stato in ospedale. Se dipendesse da me so cosa vorrei fare ma non dipende solo da me, in questi casi bisogna essere in due". Qualche ora più tardi, prima che la squadra partisse per Genova (dove il serbo è arrivato viaggiando su un’auto privata al seguito del pullman), a colloquio sarebbero stati in tre, Mihajlovic, Fenucci e Saputo: un breve confronto nel quale il tecnico ha ribadito la sua volontà di restare, onorando l’ultimo anno di contratto. Dal canto suo, la società si è presa dei giorni per riflettere. Tutto in stand-by, insomma. E allora via coi ringraziamenti di Sinisa.

"Un grazie di cuore a tutti quelli che a Casteldebole lavorano dietro le quinte – dice il tecnico –. E ringrazio anche i nostri tifosi, che dopo una partita schifosa come quella col Sassuolo ci hanno incitato e chiamato sotto la curva. Poche volte ho visto una squadra applaudita dopo una prestazione del genere e questo fa capire tutto". Un occhio alla stagione: "Si poteva fare meglio ma anche peggio, in zona rossa non ci siamo mai stati. Il decimo posto non lo abbiamo centrato, ma abbiamo valorizzato giovani come Svanberg, Hichey e Theate, che hanno conquistato la nazionale maggiore". Difesa d’ufficio convinta. Più debole, invece, la difesa di Arnautovic dalle sirene del mercato: "Anche questo non dipende solo da me. Posso dire che per me è un punto fermo ma poi arrivano i soldi e cambia tutto". C’è anche la promessa su Genova: "Col Sassuolo abbiamo spento l’interruttore, col Genoa invece vogliamo dare un segnale". Promessa di marinaio?